Forza Azzurra

BERLUSCONI A “PANORAMA”: IL MIO CONFLITTO DI INTERESSI UNICA ISOLA DI DEMOCRAZIA


Domanda del giornalista:Il primo punto da chiarire è proprio questo: come mai per alcuni giorni è circolata sui media una doppia immagine del leader della Casa delle libertà, in pubblico contrario ai comunisti, ma nello stesso tempo disposto a favorire l’ascesa di D’Alema al Quirinale? "Questa è stata un’invenzione totale di alcuni giornali e perfino di alcuni giornalisti e amici, con i quali mi sono trovato in totale distonia. Mi sono indignato anche con Casini e Gianfranco Fini, che sospettavano che io potessi avere degli intrallazzi con D’Alema. È un’ipotesi che non esiste» afferma con tono duro il leader di Forza Italia. ­Non ho mai avuto alcun rapporto con D’Alema, nella maniera più assoluta. E sono sempre stato coerente sia in pubblico sia in privato, senza mai cambiare l’impostazione iniziale della nostra battaglia per il Quirinale. Battaglia che abbiamo iniziato proponendo un candidato che, questa volta, per usare una metafora lanciata da Sergio Romano, non avesse il cuore a sinistra, ma a destra: vale a dire Letta".Del suo più fedele collaboratore il Cavaliere tesse elogi convinti:"Se la sinistra fosse stata intelligente e avesse voluto veramente unificare il Paese, Letta sarebbe stato il candidato ideale per la più alta carica dello Stato. Le sue virtù sono riconosciute da tutti: grandi capacità operative, altissimo  senso dello Stato, assoluta imparzialità. Quando abbiamo proposto il suo nome, Gianni ha ricevuto telefonate a iosa anche dal centrosinistra. Tutti a dirgli: "Caro Gianni, ti voterei anch’io, ma devo rispettare la disciplina del mio schieramento".Risultato: pur avendo il centrodestra indicato un proprio candidato, fin dal primo voto l’Udc non ha rispettato la disciplina di coalizione. Così, deluso e a malincuore, Berlusconi ha tolto il nome di Letta dalla corsa e, superando le resistenze di Udc e An, ha deciso la tattica della scheda bianca per i voti successivi. Almeno su questo punto è riuscito a tenere insieme la Cdl: alla quarta votazione dall’Udc sono usciti non più di 4-5 voti per Napolitano. Quanto a D’Alema, Berlusconi è ancora fumante d’ira: "Sostenere che io potessi votarlo è una menzogna che mi offende, pura follia. D’Alema è tuttora un protagonista di primo piano della politica, ha fatto la campagna elettorale contro di noi e soprattutto contro di me. I miei collaboratori hanno documentato 33 pesanti insulti personali espressi nei miei confronti. Non è pensabile che un giocatore si metta improvvisamente a fare l’arbitro".Come si spiegano allora le sortite di Giuliano Ferrara, Vittorio Feltri, Marcello Dell’Utri e Fedele Confalonieri, tutti vicini al Cavaliere e tutti convinti che, sotto sotto, non gli dispiacesse D’Alema sul Colle? "Nessuno di loro ne ha mai parlato con me. Siamo in totale distonia su questo punto" puntualizza Berlusconi. "Con Dell’Utri non ho mai parlato né prima né dopo la sua intervista pro D’Alema. A Confalonieri, forse preoccupato per il 67 per cento degli azionisti di Mediaset, ho detto in privato ciò che, penso, ma solo dopo le sue dichiarazioni in tv. Con Feltri non ho parlato, ma gli ho fatto sapere che si stava sbagliando. A Ferrara invece ho parlato, ma per dirgli che ero in netto contrasto con l’ipotesi che andava sostenendo sul Foglio".E le garanzie offerte da Piero Fassino proprio in un’intervista a Ferrara in cambio dell’elezione di D’Alema? Cose impegnative: il ritorno alle elezioni in caso di crisi del governo Prodi, interruzione del cortocircuito tra politica e giustizia, riforme istituzionali e politica estera da fare insieme... "Nessuno di noi, della Casa delle libertà, si è mai sognato di chiedere nulla di simile", commenta Berlusconi. "Semmai sono la prova che D’Alema, che ha 57 anni ed è giovane, se fosse salito al Quirinale avrebbe continuato a fare politica, sottomesso con facilità Prodi e trasformato l’Italia in una repubblica presidenziale. Altro che inciucio. Considero una Vittoria politica l’essere riuscito a fare accantonare la candidatura di D’Alema, un successo della mia strategia: così abbiamo sventato il male maggiore".E Napolitano?"È una persona rispettabile» dice Berlusconi. ­Già nel 1994 gli ho stretto la mano alla Camera per il suo atteggiamento non di parte. Ma è stato per oltre 50 anni nel Pci, era ministro degli Esteri delle Botteghe Oscure: come tale, non potevamo proprio votarlo, altrimenti avremmo legittimato la storia del Pci. E questo non è nelle nostre intenzioni, in quanto l’anticomunismo è un fatto fondante per Forza Italia. I nostri elettori, che sono metà dell’Italia, non avrebbero mai capito".Significa forse che Napolitano è presidente di metà degli italiani, quelli di centrosinistra? Berlusconi soppesa le parole: "Se vorrà fare dimenticare la sua provenienza politica, se vorrà ricevere nelle città che visiterà anche gli applausi di quella metà degli italiani che hanno votato per la Casa delle libertà, Napolitano dovrà operare nella maniera più limpida e trasparente possibile. Soprattutto dovrà dimostrare con i fatti di essere davvero imparziale. Noi non abbiamo altro da chiedergli".Ora il centrosinistra ha occupato tutte le caselle del potere: Quirinale, Senato, Camera e governo. Berlusconi non teme quella che Fausto Bertinotti ha definito ­cura dimagrante» per la Mediaset? La risposta chiama in causa anche la casa editrice di Panorama: "La sinistra ora ha tutto in Italia. Non solo il governo e le prime tre cariche dello Stato, ma anche la magistratura, il Csm, i giornali, i sindacati, i patronati, le banche, la scuola e l’università. Può sembrare un paradosso, ma a questo punto il conflitto di interessi di Berlusconi, con Mediaset e Mondadori, è diventato l’unica isola di democrazia in Italia. È bene che i nostri elettori lo sappiano: fino a quando resterò in politica non farò mai inciuci, ma sarò fedele al patto con chi mi ha votato come baluardo in difesa della libertà e della democrazia nel nostro Paese".