Insieme per loro

I delfini buoni e simpatici? «In realtà sono animali opportunisti e violenti»


(Reuters)MILANO - Aggressivi e cattivi non per motivi di territorialità ma solo per il gusto di esserlo; opportunisti e calcolatori quando si tratta di mettere in atto le strategie di caccia e persino stupratori se qualche maschio osa mettere in dubbio la loro autorità. A dar retta agli scienziati dell’Università del Massachusetts – Dartmouth e allostudio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, questo è l’identikit dei delfini. O meglio, del loro lato oscuro, che stride decisamente con l’immagine dolce e gentile che abbiamo da sempre di questi animali. LEGAMI ESTENUANTI - Insomma, le favole alla Flipper sarebbero, appunto, solo tali, perché in realtà i delfini sono capaci di azioni da predatori veri, che non esitano a ricorrere alla violenza sessuale per imporsi sui maschi provenienti da altri gruppi. E se già nel 1999 un documentario del National Geographic presentava i delfini non già come pacifici mammiferi, bensì come killer e infanticidi, un successivo studio del giugno dello scorso anno, condotto da un’organizzazione no-profit californiana e pubblicato sul New Scientist, aveva evidenziato come questi animali uccidessero non per procurarsi il cibo, ma per sfogare la loro frustrazione sessuale o per crudeltà pura e semplice. Conclusioni che sembrano essere confermate anche dall’ultima ricerca internazionale, che ha passato sei anni a studiare il comportamento di 120 esemplari che vivono nella Shark Bay, Australia occidentale, scoprendo fra l’altro che il lato curioso dei delfini non è affatto quello di cui parla una nota pubblicità italiana. E’ emerso, infatti, che gli animali vivono in una “società aperta”, nella quale sperimentano periodi di omosessualità e di bisessualità e dove ci si accoppia e ci si lascia dopo un certo periodo di tempo e i legami sono così complicati «da risultare fisicamente e mentalmente estenuanti», secondo il giudizio espresso dal professor Richard Connor, che si è anche detto contento «di non essere un delfino».DRAMMA CONTINUO - Quanto alle relazioni quotidiane, i maschi del gruppo ne instaurano di tre tipi (mentre le femmine esaminate hanno mostrato un solo caso di coalizione temporanea): c’è un’alleanza di base, nella quale due o tre maschi cooperano lo stretto necessario per accoppiarsi con una femmina, che può poi sfociare in un’alleanza di secondo grado, che comporta un accordo di più lunga durata, nel quale si compiono attacchi per tenere lontani i maschi di altri gruppi dalle proprie femmine, ma si cerca anche di conquistare le femmine degli avversari. A volte questo secondo livello, che scatena sanguinose battaglie che possono coinvolgere anche più di 20 delfini che si mordono e colpiscono l’un l’altro per il dominio su una femmina, si fa ancora più forte con un terzo ordine di rapporti, che prevede l’accordo con maschi di altri gruppi. E l’aspetto più singolare di questo gioco di alleanze è che non viene inscenato per difendere il territorio, come invece avviene in genere nel regno animale. «La vita sociale dei delfini maschi che ho studiato è davvero molto intensa – ha spiegato il professor Connor a Discovery News – e sembra un dramma continuo».