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Post N° 57


Anche in città è caccia all’hackerORISTANO. Centinaia di segnalazioni anche in provincia di Oristano per il tentativo di diffusione da parte di un hacker di un nuovo virus informatico altamente pericoloso.Il sibillino messaggio di posta elettronica ha come mittente la casella del sedicente capitano della polizia Prisco Mazzi.
Migliaia di messaggi sono stati inviati agli utenti con la e-mail pr-mazzi@poliziadistato.it.Il mittente segnala ai destinatari che il loro personal computer avrebbe visitato siti web che violano la normativa sul diritto d’autore, e li invita inoltre a effettuare il download del file compresso denominato “avviso-98361420.zip”, attraverso l’utilizzo della parola chiave “1605”.“Questo messaggio nasconde un pericoloso tentativo di diffusione di un nuovo virus informatico - ha sottolineato il commissario Italo Scalas, dirigente della Polizia delle telecomunicazioni di Oristano -. Oltretutto è altamente pericoloso per gli utenti internet che incautamente dovessero accogliere l’invito in questione. Così come stiamo invitando decine di utenti, sia per telefono che con la stessa posta elettronica, stiamo suggerendo di cancellare questa e-mail. È preferibile non aprire, quindi, gli allegati e provvedere a cancellare subito il suo contenuto. Per evitare ulteriori rischi - ha aggiunto Italo Scalas - i nostri tecnici stanno invitando gli utenti ad effettuare un aggiornamento del proprio antivirus: è meglio non rischiare”.La Polizia delle telecomunicazioni, anche attraverso il sito ufficiale, ricorda che la polizia non invia messaggi o comunicazioni di alcun genere, così come non richiede ad alcuno informazioni riservate. “Abbiamo accertato quasi subito - ha proseguito Italo Scalas - che l’indirizzo di posta elettronica mittente, riportato nelle e-mail inviate, è frutto di una banale contraffazione e pertanto non esiste nella realtà nessun funzionario della polizia di Stato che si chiami “Prisco Mazzi”. Purtroppo non è la prima volta che simili minacce informatiche arrivano agli utenti attraverso internet, l’invito quindi - ha concluso Italo Scalas - è quello di diffidare da qualunque genere di messaggio con il quale si richiedono dati sensibili, soprattutto password e numeri di conti correnti e carte di credito”.Un’analoga truffa era stata scoperta proprio la scorsa settimana. In quell’occasione gli hacker utilizzarono una e mail delle Poste italiane. Nonostante la visibile contraffazione del marchio, due utenti erano cascati nel tranello e il pirata informatico era riuscito a prosciugare le loro carte PostePay, per fortuna solo qualche centinaia di euro