Foto di tutta

Ristoranti italiani. Recensione della Pizzeria Massé  Torre Annunziata


E poi c'è Ciro, di fronte al forno a legna, che impasta pizze e le cuoce, assistito da suo zio Gennaro.Ciro fa pizze da quando aveva 13 anni (oggi ne ha 36), scugnizzo che dopo la scuola aiutava suo padre in una pizzeria a Portici aperta dalla nonna nel 1968.Il padre di Ciro, il cognato del padre e uno storico collaboratore di quella pizzeria sono divenuti i suoi veri maestri.Eccezionale la Margherita', con pomodoro del Piennolo o mozzarella di Bufala, la Piennolo e provola', la Nduja' con omonimo e delicato prodotto di Spilinga, la Salsiccia e friarielli, quella coi fiori di zucca e conciato romano, il calzone ripieno con la ricotta di Bufala e, non ultima, la pizza fritta che per ora è fuori menù.Dopo varie prove, oggi Ciro usa una farina zero (sta per passare a una zero zero), sempre medio debole, con impasto molto idratato che, per mezzo di lievito aggiunto, fa lievitare per circa 18-20 ore a temperatura ambiente (ovviamente né 10 ne 40°C).Quanto alle bevande, il livello non è pari alle pietanze: la scelta dei vini è alquanto scontata e poco calibrata, mentre comincia a spuntare una specie di carta delle birre, Ciro ama le belghe e le tedesche a bassa gradazione, che talora lo ricambiano e ben si accompagnano alle pizze. Fonte:  ilfattoquotidiano.it /2013/06/28/ristoranti-it aliani-recensione-della-pizzeria-masse-torre-annunziata/640507/