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Mujeres, donne ribelli in Messico


Al centro della narrazione, esposta da lei stessa in retrospettiva mezzo secolo dopo, è Nahui Olin, la modella, pittrice e artista di cui Cacucci aveva già avuto occasione di scrivere nelle sue molte opere dedicate al Messico, così come per le altre figure che attraversano il racconto: "Il nostro libro vuole essere un omaggio a una memoria da far rivivere, spesso proprio ignorata più che dimenticata - racconta all'ANSA Cacucci - A parte Frida Kahlo, diventata un'icona assoluta, volevamo dire che furono tante le donne ribelli di quel Messico: molte di loro sono state dimenticate perché magari non hanno realizzato opere artistiche destinate all'immortalità, ma quel che hanno fatto ha messo radici". Sono personalità anticonformiste come Lupe Marin, Antonieta Rivas Mercado, Chavela Vargas, Nellie Campobello, Pita Amor, che della loro epoca di cambiamenti sociali e culturali furono non solo testimoni ma protagoniste attive, tra poesia, musica, balletto e teatro.Ma anche persone che hanno lavorato ancora più alle radici dell'indipendenza femminile, come Elvia Carrillo Puerto, prima donna eletta deputata nel 1923, o Rita Cetina Gutiérrez, fondatrice della società femminista La Siempreviva che nella sua rivista diede spazio ad argomenti come aborto, divorzio e libera sessualità: anche loro hanno spazio tra le tavole di gusto pittorico di Delli Veneri, fotogrammi di una storia che giustamente torna a più riprese sulle sue due icone più celebrate, come la fotografa italiana Tina Modotti o l'iconica pittrice Frida Kahlo. "Tutti a quel tempo si accorsero che in quella città stava accadendo qualcosa di rivoluzionario, e senza grandi mezzi di comunicazione ma solo con il passaparola dal resto del mondo vi confluirono intelletti fervidi, artisti di grande sensibilità dalla letteratura al cinema", dice Cacucci, che non vede però in questo racconto solo il ricordo di un grande esperimento passato: "L'attualità è quasi inquietante: prima ancora che scoppiasse il caso Weinstein, avevamo scritto del trattamento sessista che Hollywood riservò a Modotti e Nahui, e di cui loro stesse parlarono sempre.