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8 marzo, lesempio di Sevgul


Volevo scrivere un post sull'8 marzo, evitando retorica e i discorsi di chi segue da più tempo di me il complesso dibattito sull'emancipazione femminile. E allora ho pensato di riassumere ciò che penso raccontando una storia, quella di una giornalista coraggiosa e umile, poco conosciuta al pubblico internazionale.Il racconto di una donna cipriota che da circa 30 anni lavora in un contesto ostile tanto per il fatto di essere giornalista quanto per quello di essere donna.Il tempo su un'isola si ferma e in piccole comunità concetti come nome e reputazione valgono  spesso  più di diritti e giustizia; nonostante siano trascorsi quasi 44 anni e in tanti abbiano già portato con loro nella tomba quei terribili segreti, c'è chi ha atteso fino ad oggi per raccontare dell'esecuzione sommaria a cui ha assistito oppure della fossa comune di cui ha sentito parlare.L'8 marzo, la speranza è che la storia, il lavoro indipendente e l'impegno di Sevgul  delle tante Sevgul che come lei lavorano in penombra, mosse solo da passione e senso civico  a cavallo tra culture, su un terreno difficilissimo e senza la sicurezza di grandi network alle spalle, siano d'ispirazione per le tante giovani donne che si affacciano al giornalismo.