Franci Z.

Second life


Affogo nel miele urlando il tuo nome, poche parole per far risuonare la voce. Cambio il destino,inverto le carte e giù dentro il male mi ritrovo soave,come  api che mangiano marmellata. Libellula incantata,fiore appassito di un destino mai nato. Sono solo con il mio corpo  e resto nudo per vergognarmi ancora un po’. Parlo poco ma mi tocco violentemente, un corpo carico d’elettricità, ancora qualche impulso di sadismo. Ormai non mi resta che scomparire, arrivare nelle dorate profondità e ripescare l’anima. Un cordone ombelicale intrinseco di sangue, sto per rinascere. Prima non sentivo,non parlavo,non mangiavo,non dormivo. Non stavo. Le pagine vengono sfogliate dal vento, il miele le affoga di invidia e vanità, io le bagno del nettare della vita. In un preservativo c’è speranza,nella mia bocca anche.