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I viaggi

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Giordania 2013-2014

Post n°39 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da FraZigno

 

DIARIO DI VIAGGIO

1° GIORNO: Domenica 29/12/2013. La partenza.

 

Raramente sono andato a dormire alle 21.30 per alzarmi alle 24.00. Sabato 28 dicembre dopo poco più di due brevi e agitate ore di sonno sia io che Fra , con i visi pieni di sonno partiamo da Trento direzione Malpensa. Il navigatore ci informa che il viaggio, traffico permettendo (ma chi viaggia a quell'ora?) sarà di circa 3 ore e mezza. Il ritrovo è alle 5.10 a Milano Malpensa.

Tutti i partecipanti sono puntuali: alle 7 decolliamo per Vienna, destinazione finale Amman. Durante il check in e l'attesa per l'imbarco, iniziamo a fare conoscenza: Fiorella, Paolo, Elena, Gaetano, Andrea, Diego, Eliana, Francesca, Giacomo, Carla, Nadine, Valeria, Stefano, Maurizio, Enrico e Fra, la coordinatrice. Tutti e 16 siamo pronti per l'avventura Giordana: terra di Lawrence d'Arabia (ad Aqaba ad Aqaba) e di una delle sette meraviglie del mondo moderno, Petra.
Volo in orario e, con gran sollievo, arrivano sani e salvi anche tutti i nostri i bagagli: prima della dogana cambiamo a testa 50 euro in Dinari Giordani (JD) - la moneta nazionale- e facciamo il visto.

Durante il volo è stato difficile, se non impossibile, parlare tra di noi ma ora, con il visto sul passaporto, l'avventura ha finalmente inizio.

 

Il bus per il trasferimento al Farah hotel è incredibilmente in orario: dopo soli 20 minuti di attesa nella sala arrivi dell'aeroporto siamo seduti su un vecchissimo e scomodissimo autobus. Nessuno lo dice, ma molti sperano e pregano che i trasferimenti della vacanza non avvengano con questo pullman. Mi siedo in fondo, vicino ad Enrico. La ventola dell'aria produce un rumore talmente assordante che, sfiniti, dopo mezz'ora di viaggio, chiediamo gentilmente all'autista di spegnere il potente e rumoroso sistema d'aria "condizionata". Arriviamo in hotel dopo circa 1 ora di viaggio e con qualche decibel in meno di udito.

La prima impressione di Amman è particolare: prima di arrivare in centro attraversiamo quartieri popolari, abbastanza poveri e sporchi. Tutti siamo colpiti nel vedere diversi negozi di ricambi per auto e motorini: dentro di me ho pensato che presto una di quelle officine avrebbe ospitato anche i pezzi del nostro pulmino.

Arrivati in hotel Fra distribuisce le stanze (doppie e triple). Alle 18 siamo tutti pronti per
assaporare l'aria di Amman: siamo in centro, cambiamo i soldi e ci addentriamo nel suq di frutta e verdura, molto affollato e colorato. Visitiamo il Ninfeo che sembra più una discarica che un antico complesso di fontane e l'illuminato Anfiteatro Romano.

I migliori felafel di Amman, secondo la Lonely Planet e a detta di alcuni locali che ce lo consigliano, si mangiano all'Hashem restaurant: servizio veloce, prezzi modici, localino caratteristico e poco turistico; felafel buonissimi, vengono confermate le attese (o forse avevamo solo tanta fame????).

Torniamo in albergo e ci diamo l'appuntamento per l'indomani mattina. Alcuni di noi si fermano a giocare nella hall a scopa/briscola con le mitiche carte di Carla; inizia così un passatempo che si svolgerà quasi tutte le sere della vacanze.

Gaetano, nel frattempo, ha già scattato diverse foto ma, non con una macchina fotografica come tutti noi, bensì con il suo Ipad!

 

2°GIORNO: Lunedì 30/12/2013: Amman-Dana e Sami.

 

Ore 8.30 di una soleggiata e fresca mattina. Tutto il gruppo è pronto per la partenza con la pancia piena; la colazione ricca di hummus e felafel ha ricaricato le batterie anche se ad alcuni è sembrato strano mangiare hummus alle 7.30... come dargli torto!

Conosciamo Sami, la guida giordana che ci accompagnerà nel nostro viaggio. Partiamo con il bus da Amman: con grande sorpresa abbiamo a disposizione un bus da 50 posti pulito e abbastanza nuovo, comodo e soprattutto spazioso! Durante il viaggio verso il monte Nebo, Sami si presenta e ci fornisce alcune informazioni riguardanti la Giordania e il popolo giordano. Cerco di prendere qualche appunto e, conoscendomi, so già che questi saranno gli ultimi: la pigrizia sicuramente prenderà il sopravvento.

Sami ha vissuto per molto tempo in Austria, è sposato e ha 3 figli. Descrive il tempo vissuto in Europa come un importante e felice momento della sua vita, ma sottolinea come ad un certo punto della sua esistenza sia sorto in lui un forte desiderio di ritornare nella sua terra madre. Sami era un insegnante di ginnastica: dato che lo stipendio mensile degli insegnanti è di circa 400 euro, ha deciso di cambiare professione e di fare la guida turistica. Le prime cose che ci racconta sulla Giordania: in totale gli abitanti sono circa 8 milioni, di cui 3 milioni vivono ad Amman, circa il 37% dell'intera popolazione. L'85% della popolazione è mussulmana il restante cristiana; tra le diverse confessioni religiose non ci sono problemi ed è quasi totale l'assenza di conflitti. Ci informa che Amman è divisa in una parte ricca, la parte ovest, e una parte povera, la parte est; solo il 10% dei cittadini della città sono ricchi. La Giordania ha stagioni simili a quelle europee, ma un clima leggermente più caldo anche se alcune settimane prima del nostro arrivo, è nevicato.

Scopriamo che un litro di benzina costa circa un euro, sul territorio Giordano non sono presenti pozzi petroliferi (pensando ai ricchi paesi confinanti, mi vien da pensare che sono proprio sfigati!).

Passiamo davanti all'ambasciata Siriana: è lunga la fila di profughi che probabilmente sperano in un visto Giordano. L'ambasciata è presidiata da militari. Sami ci informa che il 95% dell'esercito giordano è formato da beduini. A questo punto però mi stanco di prendere appunti e mi godo il paesaggio brullo e desertico: Amman è ormai lontana. Dopo circa 50' di viaggio arriviamo al Monte Nebo: la sosta dura circa un'ora, c'è il sole ed il cielo è limpido. Visitiamo il memoriale di Mosè, una chiesa in fase di ristrutturazione e un monastero francescano.

Dal punto panoramico possiamo vedere la terra promessa. La giornata è abbastanza limpida e il panorama è bello anche se sinceramente ho provato ad immaginare la reazione del popolo di Mosè all'esclamazione: "Ecco questa è la Terra Promessa!": una distesa di terra monocromatica e quasi totalmente priva di vegetazione (sarà piaciuta agli Ebrei?).

 

 

Ripartiamo in direzione Madaba, dopo una sosta obbligata in cui ci fanno vedere come si fanno i mosaici. Cogliamo l'occasione per usufruire del bagno, farci tentare dal comprare qualche souvenir e bere un the.

Alle 11.00 siamo a Madaba: la città offre un interessante mix culturale in quanto ospita una delle più grandi comunità cristiane della Giordania. Onestamente non me ne rendo conto perché più volte sento il richiamo alla preghiera del muezzin e mai il suono delle campane. Ci rechiamo a visitare la chiesa di St. George ed il famoso mosaico bizantino raffigurante la più antica cartina della Palestina ancora esistente. Il mosaico in origine era formato da oltre due milioni di tessere: affascinante, ma non indimenticabile.

Per non perdere tempo, in un negozio di fronte alla chiesa, prendiamo un lunch box con kebab e patatine.
Lasciamo Madaba direzione Karak: attraversiamo con il bus la Valle dei Re e ci fermiamo in un punto panoramico per scattare alcune foto al Wadi Mujib.

Il panorama è bellissimo: in lontananza l'invaso artificiale con le sue acque cristalline sono un perfetto soggetto per lo scatto di suggestive foto panoramiche.

Verso le 15.00 arriviamo a Karak: visitiamo il castello velocemente perché sta per piovere. Sami cerca di illustrarci le varie parti della fortezza, ma serve una buona dose di fantasia per capire e differenziare i vari locali che ci sembrano tutti uguali, nonostante il castello sia ben conservato. Il locale che ospitava il forno con la sua canna fumaria è la cosa che mi è piaciuta di più.

Dopo un the alla menta partiamo per Dana. Piove ed è scesa un po' di nebbia: sulla strada si vedono le tracce della neve della settimana precedente. Ci perdiamo e viene chiesto aiuto a Stefano dotato di GPS sul cellulare. Dopo accesi scambi di opinioni tra Sami e l'autista e il provvidenziale arrivo di un altro pullman turistico troviamo la strada per l'hotel e il paese.

Dana, villaggio in pietra del XV secolo arroccato su un precipizio, avvolto come l'abbiamo visto noi in una nebbia fitta e misteriosa, sembra ricordare paesaggi tipici della Transilvania. L'albergo a Dana è spartano, le camere sono fredde e piove (una camera si allagherà, ma per fortuna i bagagli erano sul letto). La squisita ed abbondante cena, la sala riscaldata, i canti, i balli, e le partite a carte ci ristorano. Verso le 23 andiamo a dormire: domani ci aspetta un trekking nella riserva.

 

GIORNO: Martedì 31/12/2013. Dana- Little Petra- Petra e la battaglia di Sami!

 

Ore 8.30 tutti pronti per il trekking nella riserva di Dana. Il tempo non è dei migliori, la nebbia quasi impenetrabile e la bassa temperatura sono ingredienti che poco invogliano alla gita.

Questa riserva, la più grande della Giordania, è caratterizzata da una conformazione del terreno molto eterogenea che spazia dalle falesie di arenaria alte fino a 1700 metri a una depressione che raggiunge i 50 metri sotto il livello del mare. Il pulmino che ci porterà all'attacco del sentiero è naturalmente in ritardo.

Per fortuna la nebbia si alza e possiamo goderci la passeggiata di quasi 3 ore e lo splendido paesaggio. La guida per il trekking è Mohamad Ali: è molto simpatico, è nato a Dana e ci dà qualche informazione naturalistica. In questo periodo sia la flora che la fauna scarseggiano, tuttavia vediamo sul terreno le piante di numerosi tulipani che al momento della fioritura primaverile sicuramente rendono il paesaggio unico e colorato.

Facciamo una breve sosta per il the preparato alla maniera beduina: Francesca nel frattempo ha già ricevuto varie proposte di matrimonio da parte delle guide beduine e contrattato la sua dote in cammelli.

 

Dopo pranzo partiamo per Shawbak: pioviggina e decidiamo di fare velocemente la visita senza percorrere il famoso passaggio segreto (Sami ci aveva detto che con la pioggia poteva essere pericoloso). Il castello non ci ha particolarmente entusiasmato: abbiamo però giocato a caccia al tesoro alla ricerca di una croce dei crociati.

Arriviamo a Piccola Petra poco prima delle 17.00: illuminata dalla luce del tramonto e dalle nostre torce, vediamo un piccolo assaggio di quello che sarà Petra domani. Veniamo quasi tutti ingannati da un cartello in cui si legge: "The best view in the world". Naturalmente tutti lo vogliamo vedere e quindi ci arrampichiamo sopra questo angusto sentiero. La traccia è irta e scivolosa, ciò scatena la rabbia della guida turistica dell'altro gruppo di italiani che viaggia in parallelo a noi che la ritiene troppo pericolosa. Ne scaturisce un violento scambio di opinioni tra Sami e questa guida: il primo ritiene che non ci sia nessun tipo di pericolo, il secondo la considera troppo rischiosa e vieta la salita ad alcuni suoi partecipanti..naturalmente il diverbio lo vince Sami, all'altra guida non resta che spaccare con un calcio il cartello "The best view in the world".

Per 3 notti alloggeremo all'hotel Edom: è l'ultimo dell'anno e in albergo hanno organizzato cenone e festa per tanti gruppi di turisti italiani. Riusciamo ad acquistare in un negozio vicino all'albergo birre e spumante per festeggiare con un po' d'alcol il capodanno. L'anno nuovo è arrivato tra brindisi, auguri, risate e soprattutto rallegrato dalla musica di un promettente giovane dj: il nostro mitico Maurizio!

 

4° GIORNO: Mercoledì 01/01/2014. Una delle sette meraviglie del mondo moderno: Petra

 

Nonostante i festeggiamenti della sera prima alle 8.30 siamo davanti al sito: tutti emozionati partiamo all'esplorazione di Petra. C'è il sole, il cielo è terso e Petra splendida: rimaniamo fino al tramonto e vediamo la maggior parte del sito archeologico.

E' difficile descrivere le emozioni provate nel vedere apparire, dietro uno strettissimo passaggio tra le pareti vertiginose del Siq, il Tesoro della città, nonché per molti, il simbolo di Petra. La facciata ellenistica è un capolavoro di maestria, di una tale grandiosità e magnificenza da togliere il respiro a chi la ammira (cit. Lonely Planet ma confermata da tutti noi).

 

La Strada delle Facciate, il Teatro, le Tombe Reali, la Strada Colonnata, i diversi Templi e la Chiesa sono ricordi di cui poco si può scrivere, ma che al solo pensiero fanno riaffiorare emozioni incredibili. Provo ad immaginare lo stupore provato dall'esploratore svizzero Burckhardt quando, nel 1812, in un viaggio fra Damasco e il Cairo, si imbatté in queste meraviglie da lui definite come "le rovine più raffinate giunte fino a noi".

Al tramonto ci troviamo di fronte alla facciata di una Tomba Reale: decidiamo di aspettare che il sole svanisca dietro l'orizzonte seduti in questo magico luogo. Per rendere ancora più avvincente il tramonto, parte una scommessa: " Quanto tempo impiegherà il sole a scendere dietro la montagna di fronte noi?". Il vincitore è tuttora sconosciuto.

Rientriamo in albergo con il buio, un breve assaggio di quello che sarà domani Petra by Night.

La sera alcuni fanno l'hamman in albergo e dopo cena ci rilassiamo e giochiamo alle carte. In tutti questi giorni Gaetano continua a scattare le fotografie con il suo magico Ipad.

 

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