Libri e jazz

Marinai perduti - Jean Claude IZZO


A bordo dell’Aldebaran, carretta del mare trattenuta all’ormeggio nel porto di Marsiglia a causa di grane burocratico/giudiziarie, sono rimasti il comandante libanese Abdul Aziz, il vice comandante greco Diamantis e il giovane marconista turco Nedim. L’attesa inoperosa aggredisce le coscienze travagliate dei marittimi così come le lamiere rugginose della nave in disarmo. Ciascuno dei tre, privato della possibilità di annegare le proprie frustrazioni nel Mediterraneo, si ritrova a pesare la propria vita e a misurarne il disperante fallimento. «È perché siamo a terra… Da troppo tempo. Ci cambia tutto. Non abbiamo più il mare di mezzo e di colpo scopriamo il vuoto. E la paura di tuffarci».Pagina dopo pagina, il desiderio di riscatto monta, travolgente, come l’onda vitale che li ha condotti sin lì. Non è possibile rinnegare il passato: significherebbe abbandonare quell’onda, la sola a dar loro una speranza di poter essere spinti in salvo. «Essere stati è una condizione per essere » afferma il comandante. Cresce la necessità di riscattare le rispettive esistenze governando quell’onda verso l’unica rotta possibile, che punta decisa sulle secche dei sospesi d’amore.I tre marittimi sono figli del Mediterraneo, anime accomunate da tradizioni, luoghi, porti, sogni, desideri frutto di culture similari, germogliate dalla stessa radice. Le loro esistenze rischiano il naufragio a Marsiglia, non nel mare in tempesta; le coscienze usurate, contrariamente alle navi, mal sopportano la bonaccia.Solo l’amore potrà dare un senso a tutto, perché, dice ancora Abdul Aziz parlando della propria donna: «Più belle di Céphée ne ho viste in tutti i porti del mondo… Ma lei… Quello che lei aveva negli occhi era solo per me ».In questa frase è racchiusa la forza e la grandezza di Izzo, il suo più profondo insegnamento: i sospesi della vita si pagano con un’unica valuta, l’amore; ciascuno ha quindi la possibilità di chiudere in attivo i conti con la propria esistenza; ciascuno avrà sempre un buon motivo per vivere, fino all’ultimo istante.