Bolle della mente

Il predicatore


L’uomo sul palco sta parlando di un mondo migliore che deve e può esistere, un mondo di pace e fratellanza, di comprensione e di accettazione dell’altro, un mondo di uomini liberi, liberi dai falsi miti del progresso e del consumismo, della carriera, del denaro e delle apparenze.L’uomo propone una presa di coscienza, di accettare una nuova e più vera visione delle cose, sarà un mondo dove tutti avremo l’opportunità di riscattarci da una vita che finora non ci ha dato quello che meritiamo, in cambio ci chiede solo di allontanarci dai falsi Dei che altri, per il proprio interesse ci hanno imposto, manipolando gli eventi della storia e nascondendo verità evidenti di cui però lui e tanti altri come lui sono a conoscenza, anche se i più per paura ignoranza o comodità hanno accettato le versioni ufficiali.Di tanto intanto propone domande ai suoi ascoltatori, chiede consenso su argomentazioni con le quali è inevitabile essere d’accordo, poi attende le risposte con studiate pause, lo sguardo sicuro e il sorriso accattivante.Ora l’oratore si infervora, il tono della voce sale, per liberarci di tutte le schiavitù, dobbiamo, credere in noi stessi e nella nostra forza di volontà, e credere nelle sue parole, seguire alcune semplici regole, decondizionarci, eseguendo alcuni riti e ripetendo frasi fortificanti per lo spirito e poter così dimostrare di essere persone alle quali nessuno può imporre il proprio pensiero.Pur trovandomi abbastanza d’accordo con la prima parte del discorso, alla fine mi aspetto, da parte degli ascoltatori, come minimo qualche sorriso ironico e magari anche qualche battutaccia, invece con mia grande sorpresa, attorno a me vedo sguardi adoranti e speranzosi rivolti all’uomo, sorrisi estasiati, gesti di deciso assenso…..a questo punto non ho scelta, o penso che tutti si siano rincretiniti, oppure……sono io che sono sbagliato e forse ho bisogno di credere in qualcuno o qualcosa. Già cosa? Perché non qualcosa che possa rendermi più semplice la vita aggregandomi al gruppo.  Chi? Perché non qualcuno che è lì sul palco, e che mi attende a braccia aperte.