Bushi ni nigon nashi

Christmas things and other oddities


 ✩ NY City - FAO Schwarz ✩Dovrei scrivere di amore e di stelle. Sarebbe più semplice.Dovrei raccontare tutti i miei giorni trascorsi ad aspettare, quando mi aggiravo per stanze vuote senza sapere cosa aspettassi e perchè.Forse aspettavo le risposte. Quelle che la vita mi deve da un po'.Passano giorni, anni e quelle arrivano, diceva Ale.Immagino lo abbiano fatto in realtà, anche se al momento qualcosa mi impedisce di riconoscerne i segnali, così continuo a fissare orologi malconci mentre accendo candele votive sul davanzale della mia finestra.Che la loro luce mi conduca gli angeli.Non c'è nulla di più triste, nella vita, che attendere qualcosa, qualcuno,  che -  lo sai - non arriverà. Non c'è nulla di peggio che veder allontanarsi la speranza. Affievolirsi la luce, smorzarsi i contorni, rendendo i suoni impercettibili, i volti irriconoscibili.Questo alla fine è quello che succede alle stelle. Che se brillano più delle altre poi si esauriscono prima. Il loro destino è di spegnersi, semplicemente.Gli ci vuole il silenzio dei giorni di festa, lo scintillio delle lucette degli abetini addobbati, i regali scartati sotto il rametto di vischio, con tutto il corredo delle piccole promesse rinnovate, perchè succeda.E' nell'ordine delle cose. Se sei una stella, se sei solo quello, sai che ti esaurirai in fretta e il tuo bagliore non basterà che per illuminarti la via di casa. Figurarsi la vita. La vita tutta intera, con l'immensa mole dei giorni allineati in fila indiana da risolvere, il passato da accettare e un futuro da costruire.Così, eccole, dalla mia moleskine, le parole che ho messo in fila con l'inchiostro arancione in queste settimane di vuoto a perdere:Attento, non avvicinarti troppo, io so anche mordere.Attento, io scappo via veloce come il vento, correndo senza gambe, spinta solo dall'emozione.Perchè io non sono che una poco di buono. Letteralmente. E quel poco di buono che ho me lo tengo ben stretto per i momenti in cui mi manca il respiro. Quando il cuore prende a battere forte.Salvarlo.Eppure lo sapevo. Ma non mi importava.Ci sono giorni in cui pensare al futuro è un po' come credere in Babbo Natale.Era solo un gioco. E giocando, a volte, si perde.Io voglio essere quel genere di persona che da valore alle cose che fa.Io non sono che un po' di luce nel buio.Too much love will kill you.Ero lì con questi occhi smarriti e non capivo, perchè di contro, in realtà, capivo troppo.Rispetto.E allora nascondimi. Allontanami dal resto.Rinchiudimi, spingendomi in una prigione piena di silenzi e getta via la chiave.Urlami contro e proteggimi con le tue mani - strette sul cuore - ma non lasciarmi libera di andare, da sola, incontro al mio destino.Perchè se mi perdi di vista per un secondo io divento come una quei bambini senza memoria, e mi infilo nei guai.Attento. Non avvicinarti troppo, io so anche mordere.E ho i denti affilati dalle delusioni. Dagli effetti allucinogeni delle illusioni rosicchiate a fondo e lentamente, in quelle notti lunghe dell'anima, quando bastava così poco perchè calassero le tenebre.Attento. Ho le unghie di una abituata a scavare. In profondità e dentro se stessa, grattando via la pelle a strati, la carne a brandelli, la polvere calcinosa delle ossa.Non ho mai trovato la pace interiore e questo fa di me una predtrice di anime, nonchè una facile vittima dei ricatti della mente.Attento. Ho giocato così tanto a nascondermi che mi basta un battito di ciglia per essere altrove. Irraggiungibile. Rinchiudimi, ti prego.  Ingoia la chiave. Come fosse il tuo peccato più perverso e leccati le labbra. O dammi fuoco a cominciare dai capelli, così che anche da lontano mi vedano come una bianca torcia umana e, fermandosi per un attimo, con il fiato corto e il cuore in gola, dicano "guarda come brilla"...