Bushi ni nigon nashi

Sulla sponda del fiume Tevere mi son seduta e ho pianto


 Io non sono il tipo di persona che piange sul latte versato. Neanche un rimorso, nulla. Io piango per le occasioni mancate. Per gli empi giochi della memoria, le piccole opportunità andate in fumo.Mi ricordo che tempo fa, non molto tempo fa in fondo, il mondo era mio. Avevo tutti i miei sogni nel guardaroba delle grandi occasioni, quello con gli abiti perfetti, tagliati su di me. Mi sentivo l’impavida eroina della storia, la principessa guerriera, quella che nulla teme e tutto conquista. Basta volerlo. Andavo dicendo. Se lo vuoi davvero sarà tuo, qualunque cosa sia.Desideralo e lo avrai. Io ho avuto quel che volevo.Pezzetti di gloria lasciva, pagine di cronaca mendace, buste piene di parole mescolate a frammenti di note spezzettate e minuscole bottiglie di vetro, dove tenere le gocce del sudore raccolto, come fosse acqua di mare. A tutto ho dato un nome, regalando identità e costanza. Si chiamava MEG. Eravamo noi tre. E lo saremo sempre.Ma stasera, stasera è una notte che piange. Una notte che piange dal cielo e non smette. Una notte di fulmini e tuoni, e silenzi e canzoni e tisane, documentari e matite consumate. Di telefonate che non facevo da troppo tempo, una cosa del tipo:ciaocomestaicomestatuamoglieetuafigliachefasièpoirimessavabenecivediamosabatochetantovadoinospedaledalletuepartiadonareilsangueepoivengoaprendereuncaffèacasavostrachidariobravissimol’hovistocertochegrandelodicevoiochediventavauncampionegraziesalutamituttiunbacio.Quella sensazione, è così che torna. Non è rimpianto. E’ mancanza. Non è paura, è tristezza.E il cuore mi va in pezzi. In piccoli pezzi taglienti.Sorrisi di vetro e plastica che riaffiorano mentre [sì], miseria, è cambiato tutto. E no, in realtà non è cambiato niente, sono solo io che mi sono lasciata trascinare dalla corrente, troppo lontano. Alla deriva.Ho abbandonato così tanti progetti, milioni di desideri lasciati a marcire sul fondo dei cassetti, per cosa poi?Per me la vita era una musica che suonava sempre più forte. Tutto mi emoziona. Potrei piangere per qualunque cosa. Qualcuno che si asciuga gli occhi di continuo. Ecco chi sono. Eppure deve avermelo detto qualcuno, che avrei perso tutto, anche i sentimenti. E devo avergli creduto perché sembra io stia imparando a sentire di meno.A dire il vero sento di meno ogni giorno.
Nessun tormento, nulla. Neanche rimpianto. Niente di niente.Non ci si può difendere dalla tristezza senza difendersi anche dalla felicità.