Bushi ni nigon nashi

Lo scintillio di vita, raccolto in destini sbagliati. La nobiltà del male, a tratti.


E’ vero, le uniche ferite di cui uno dovrebbe preoccuparsi sono quelle fatte agli altri. Le mie posso solo leccarmele in silenzio, rannicchiata al buio, ogni volta che arriva la sera. Riguardo alle persone che ho ferito in passato sarebbe patetico anche solo scusarsi per l’ennesima volta. Perché tanto davanti all’amore siamo tutti dei maledetti egoisti… Capita che un giorno poi cresci all’improvviso. Tutto ti investe: ogni assenza ingiustificata, ogni partenza di soppiatto, ogni arrivo ostentato e ogni presenza ingombrante. Lo capisci dopo, quando sei dall’altra parte, che è crudele. Non prima, perché sei incosciente, né durante, perché sei drogato. Solo dopo. G. F. dice che anche le cose peggiori prima o poi finiscono, che il futuro della notte è un’alba. Però anche che un’alba inizia il giorno, ma può essere contemporaneamente la fine di qualcos’altro. Non puoi farci nulla, è la vita. E la vita, si sa, fa un po’ come le pare. Strappa via pezzi di eternità, brucia istanti feroci, crepita, scalcia, si disfa senza preavviso. Puoi cercare di rallentare il tempo, anestetizzare il dolore, sciogliere i nodi di troppo strappando pezzi di ustioni, ma più ti agiti più tutto si ingarbuglia, più ti ribelli più ti ferisci.Vorrei imparare dal silenzio. A diventare. Per essere. Certe parole sono come le scatole cinesi, guardi dentro e ce ne sono altre mille da aprire, sono i significati da interpretare. Io scrivo su questo blog da tanto tempo, anni. E mai, come questa volta mi sono sentita i polsi bloccati, le dita rattrappite, la vista appannata. Perché le parole che ho nella testa somigliano ai lacrimogeni e non puoi lanciarne uno senza versare un pianto.E' che sto cercando il senso delle cose nel posto sbagliato, di sicuro. Io ho imparato da Ale che la ricerca del senso è una sorta di partita a scacchi, molto dura e solitaria, e che non la vinci alzandoti dalla scacchiera e andando di là a preparare la cena. È ovvio che occuparsi degli altri fa bene, ed è un gesto così dannatamente giusto, e anche inevitabile per me, necessario direi.Però credo che non c’entri con la chiarezza. Temo che il senso di tutto sia estorcere la felicità a se stessi, senza preoccuparsi degli altri, il resto è una forma di lusso dell'animo, o di miseria, dipende dai casi. Ma magari mi sbaglio.