Bushi ni nigon nashi

Scrivere è straziante, perché straziante è il mutismo delle parole...


Mica posso piangere e ridere in mezzo alla strada, la gente vuol parlare. E se nessuno ti parla, allora ti tocca pensare. E io non facevo altro, allora. Pensavo tanto che mi faceva male la gola, perché è lì che si fermano le tristezze. Che poi a pensare troppo è come se si formassero dei grumi nella testa, piccole matasse sfilacciate di aspettative tradite, riflessioni al capolinea, illusioni momentanee. Sono i calcoli della mente, aggregati solidi di pensieri cristallizzati.Se non ne puoi più di pensare allora ti tocca scrivere. Però a scrivere in certe sere fai proprio una fatica boia. E fai fatica a dormire, fai fatica a ridere, fai fatica a muoverti, fai fatica a mangiare. Perché come diceva quella… quando soffri ti si stringe lo stomaco. Ti si stringe lo stomaco attorno al cuore. Perdi peso e centimetri, guadagni in angoscia, in circoli scuri sotto gli occhi, tagli sulle mani. Eppure io sono un’altra, sono una che cerca il sole. Se c’è una cosa che ho imparato, da tutta questa storia, è che il vero amore è dare finché fa male. E che non è quanto dai che è importante, ma quanto amore metti nel dare. Che i tacchi alti sono fondamentali. Che perdonare non vuol dire dimenticare, significa capire. E che alla fine tutto questo, comunque, non verrà compreso. Che non è come nelle favole. Sappilo.L’amore non vince su tutto. Vince solo qualche volta. Le altre cose della vita prendono a calci l’amore. E lo finiscono a bastonate.