Bushi ni nigon nashi

... Perché magari, certe cose, se le crediamo tutti insieme poi diventano vere.


 
Io non lo so dov’è che sbaglio… e non so se c’è uno sbaglio. Non so chi dice il vero, chi tace bugie, chi assottiglia realtà, chi si difende dalla fantasia. Non so dove vanno le parole non dette. Dove si rintanano. Le sensazioni al capolinea, i gesti sempre uguali, sempre gli stessi, in un sistematico valzer di buone intenzioni e cattive percezioni. Giustificazioni finanche. Perché la testa – la mia almeno – questo fa: crea universi. Si racconta storie. Per così dire. Imbastisce teatrini. Costruisce marionette e invita il pubblico presente a far lavorare l’immaginazione. Perché magari, certe cose, se le crediamo tutti insieme poi diventano vere. Sia messo agli atti che la mente sviluppa dei processi automatici e inconsci che proteggono il nostro io consapevole dal pensiero dell’annichilimento. Tende, per usare le parole di qualcuno, all’autoconservazione. Rimuove, se deve. Gestisce, ove è possibile. Imbroglia, all’occorrenza. Ora, andate a dirglielo voi che la mia testa fa tutto insieme e che se avessi saputo che la direzione era una, avrei preso quella inversa. Che c’è un lato di me che cade a pezzi ed è proprio quello che tengo nascosto. Che di tutti i sensi, il buonsenso è proprio quello che mi funziona peggio. Ieri sera sono andata ad una festa con Alessia. Poi ho dormito da lei, come si faceva a 18 anni, con i cuscini vicini, la mano sul cuore, i respiri incrociati. Abbiamo riso fino alle 5 di tutte le strane persone incontrate. Il cinghiale imbizzarrito che ci provava con tutte, il depresso cronico che ci ha provato solo con noi, la cinquantenne buzzicona con il vestitino di paillettes, le brutte scarpe, i cattivi oroscopi e i cocktails analcolici. Poi ci siamo messe a letto a guardare un documentario sui lupi e ci è venuto da piangere. E’ stato allora che ho capito quanto la mente umana sia fragile. Che tiene tiene tiene fino a che ce la fa. Poi basta una mamma che allatta un cucciolo, una rappresentazione di amore puro e incondizionato, la pulizia di un’esatta sequenza di gesti, istinti e attitudini, che di colpo ti senti indifesa e offesa. Indifesa dalla vita. Offesa dalle persone. Quelle che illudono, spariscono, silenziano, ignorano. Quelle che neanche mentono, perché tanto non dicono. Arrivano di notte a casa tua e ti rubano il cuore con la stessa leggerezza con cui da bambina ti rubavano il naso. E tu ci caschi. Con lo stesso sorriso.In definitiva bisogna capire che le delusioni sono ferite da autolesionisti. Perché facciamo tutto da noi, riponiamo sugli altri le nostre aspettative, amiamo credere, sperare che possa funzionare. Idealizziamo ogni cosa. Oggi ho dato il mio personale, intimo addio a tutto. Le illusioni, le persone sbagliate, i cattivi ricordi. La rabbia, il risentimento. Ho chiuso fuori la persona che non voglio essere, lo spreco incipiente dei miei anni da soldatessa senza divisa. Da samurai senza padrone.Mi sono guardata allo specchio dandomi del tu. Ho ripensato a quanto è stato difficile rimanere in piedi a volte, a quanto siano stati lenti e complicati gli anni fino ad oggi, tutti i sacrifici fatti per orgoglio, tutte le battaglie combattute per l’onore.Quel che resta di questo giorno è un sogno al contrario quindi. E’ un dubbio sciolto. Sono equilibrismi emozionali. Piroette sul filo spinato. Virtuosismi silenziosi. Incastri blu. L’andarsene. Quindi il tornare.