Biodinamico... o no?

Ciao, premetto che non sono un agricoltore biodinamico, ma ho avuto modo di approfondire questo tipo d’agricoltura ecosostenibile durante il corso dei miei studi. Quindi posso esprimere solo delle considerazioni di tipo teorico. Dire a priori, soprattutto da un punto di vista scientifico, se l’agricoltura biodinamica è un qualcosa di valido, è molto difficile. Molte pratiche sono di carattere quasi esoterico e la cui validità non è dimostrabile scientificamente o almeno con gli strumenti ufficiali della scienza attuale. Si possono fare in ogni caso delle considerazioni sull’origine di questa e sulla sua collocazione nel panorama dell’agricoltura sostenibile. Sotto il nome d’agricoltura sostenibile sono racchiuse tre diverse forme d’agricoltura e queste sono: l’agricoltura integrata, biologica e biodinamica. L’agricoltura biodinamica è spesso confusa dai “profani”con quella biologica, commettendo però un grave errore. Dal punto di vista legislativo, infatti, sono entrambe regolamentate dal regolamento comunitario 2092/91 e successive modifiche ma da un punto di vista filosofico/idealistico sono completamente diverse. Per la biodinamica l’agricoltura è un’impresa biologica che deve dare la possibilità di acquisire la conoscenza della vita e questa permette la gestione delle forze naturali. Nella biodinamica la figura dell’agricoltore cambia: egli non è più un semplice lavoratore, ma diventa un profondo conoscitore del proprio ambiente e “dell’organismo aziendale”. Quindi, chi pratica la biodinamica è spinto più da motivi idealistici che economici. Questo può essere spiegato col fatto che la biodinamica è l’applicazione in agricoltura delle teorie dell’antroposofia, formulate dal dott. Rudolf Steiner. L’agricoltura biodinamica nasce ufficialmente da una serie di otto conferenze tenute da Steiner nel giugno del 1924 e che costituiscono il suo “Corso di Agricoltura”. Queste sono riunite nel libro Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura (Editrice Antroposofica). Il tema centrale di queste conferenze era la salute della terra, il mantenimento e l’incremento della fertilità del terreno ed infine la qualità degli alimenti destinati a nutrire l’uomo. I consigli pratici dettati da Steiner in queste lezioni sono in parte molto dettagliati e in parte appena accennati. Da queste conferenze nascono le prime indicazioni che verranno successivamente utilizzate da agricoltori e studiosi per elaborare le linee guida del metodo biodinamico. Sono ancora in evoluzione. Alla fine in ogni modo si può affermare, credo senza commettere un grosso errore, che l’obiettivo di Steiner era quello di creare un’agricoltura che ha lo scopo di fare oltre la natura ma senza modificarla ossia ottenere una terra sempre più fertile, della quale possano godere anche le generazioni future, alimenti vivi (pro biotici) di qualità piena che nutrono l’uomo e gli danno salute. Alcune tecniche, e in particolare quelle che indicano l’uso dei composti biodinamici e del calendario lunare, sono sinceramente strane e non hanno validità (fondamento o spiegazione) per la scienza Agronomica. Altre tecniche d’agricoltura biodinamica sono ritenute molto valide come la rotazione e il sovescio che in ogni caso sono pratiche antiche ma riscoperte in tempi relativamente recenti. Altre pratiche come quella del compost, sono state rivisitate da Steiner e studiate da un punto di vista dinamico.

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