Per una deficiente americana calo l’asso di picche e rispondo con una deficiente tutta nostrana. Ovviamente parlo della Capra la quale, mesi or sono, non ha preso molto bene la notizia della mia gravidanza. Siamo due libere professioniste e collaboriamo spesso perché i nostri lavori sono abbastanza complementari. Quando le ho dato l’annuncio è sbiancata e balbettando incredula mi ha risposto:”Ah…che carino”, manco stesse parlando del suo copriwater in ciniglia. Poi distinguendosi dalla massa per l’altruismo devastante ha aggiunto:”E ma se tu poi te ne vai io come faccio con il lavoro?”. Mezz’ora dopo era già al telefono con i miei clienti e cercava di fregarmeli raccontando loro che avevo “un serio problema di salute che mi avrebbe allontanata per alcuni mesi”. Ovviamente questo atteggiamento mi ha leggermente infastidita e ho ceduto alla tentazione di mandarla definitivamente a cagare. E’ stato bellissimo ma non risolutivo. Infatti il giorno dopo, pentita e contrita, la Capra mi ha mandato una email di scusa per il suo comportamento da avvoltoio, parole dense di significato e affetto che ovviamente desidero condividere con voi. “…io davvero non capisco la tua reazzione che mi sembra sproporzionata. In fondo è la verità che starai assente per alcuni mesi comunque per questa volta fa niente. L’importante è chiarirsi perché un rapporto di lavoro non si può concludere costruendo una barriera di cemento, il quale si intrappone tra noi e non ci fa vedere le cose con lucidità e obbiettività. Comunque qual’ora volessi parlare in merito alla questione di persona io sono disponibile come sempre…”