mio diario

Le decisioni


difficili, nei momenti cruciali, non si riescono a prendere perché si sta in bilico nell'indecisone per del tempo che pare infinito, e, in tutto quel tempo la sofferenza ti toglie il sonno, e, a volte, anche il respiro. Poi le prendi, decidi finalmente per una via piuttosto che per l'altra e a quel punto non importano più le conseguenze, perché si sa di poterle affrontare in qualche modo.Ho pensato per anni di arrivare a questo punto e quando infine c'ero, avrei voluto scappare. Stanotte finalmente ho dormito. Sono crollata, stanca per il dibattimento intimo che mi ha sfinito le membra. Da oggi lavorerò per arrivare alla conclusione di un percorso di vita lungo ed intenso. Sono spaventata perché non so ancora come fare, ma so che questa soluzione è l'unica possibile. La paura che provo ora è la stessa dei minuti precedenti al parto. So che può sembrare strano ma chi ha figli mi può capire. Per nove mesi si aspetta con ansia (felice, per carità, ma sempre ansia è) che arrivi il momento di tenere fra le braccia il proprio bimbo. Poi arriva il giorno del parto, e li nemmeno la prospettiva di vedere finalmente il proprio figlio ti trattiene dal desiderio di darsela  a gambe. Ma si deve affrontare il parto. Non c'è altra scelta. Ed è in questo stesso miscuglio di sentimenti e sensazioni che inizio questa giornata. E che Dio m'aiuti.