mio diario

H


Avrei voluto parlarti, raccontarti di me, spiegarti perché. Non mi hai dato modo e questo mi fa soffrire molto. Ho sempre avuto grande stima e rispetto nei tuoi confronti. E ce li ho tuttora. Ma tu sei così diverso da me. Non sei proprio in grado, malgrado la tua straordinaria intelligenza, di capire che esistano mali dell'anima che la ragione non può spiegare, che nessun esame di laboratorio può evidenziare. Mentre tu sei convinto che la soluzione che hai pensato per me mi risolva tutti i problemi, questa non ha fatto altro che peggiorarli. In un modo o nell'altro io verrò fuori da questo empasse, senza il tuo aiuto o la tua comprensione. Lo devo fare. Non ho altra scelta. Anzi, non voglio prendere in considerazione le scelte che la mia disperazione mi ha tante volte proposto. Vivere non è solo aprire gli occhi la mattina. Io voglio spalancarli sul mondo i miei occhi e incrociare lo sguardo di chi mi vuol bene. Assaporare tutto il bello che c'è e che ancora non riesco a vedere ma so che c'è. Un giorno m'hai rimproverato dicendomi che non avevo motivo di star male, che c'è chi ha malattie "vere", che deve imbottirsi di farmaci per sopravvivere ed hai ragione. E forse è a questo che devo guardare. Perché io posso guarire dal male che tu non capisci, mentre altri non possono, loro malgrado.