mio diario

Studio linguistica e...scrivo poesie


 Con quale esito è ancora da stabilire.O meglio, se saprò recitare alla prof. di linguistica il tomoche lei stessa ha scritto si vedrà in giugno.Per il resto, niente da vedere. Né in giugno né mai. Quando ero "giovane" (sigh) pensavo che la poesia classicafosse noiosa, che solo il verso libero venisse fuori direttamentedall'anima, senza filtri. Poi, studiando, ho capito quanta arte, quanta maestria c'è nelcostruire versi, trovare rime, simmetrie e metterci l'anima dandole una forma, racchiudere un pensiero in un preciso numero di sillabe.Bello, eh?Non è così che scrivo io, però.Perché ho un'anima a cui dar sfogo, si, ma non la maestria del vero poeta.Carlo Bramanti dice: "L'importante non è che qualcuno lo legga, l'importante che iolo abbia scritto."   Allora io scrivo, riempio pagine di sogni, di sentimenti,senza rime se non involontarie, senza la bellezza che solo un artista sa dare.Ma devo scrivere per forza. E siccome quella specie di poesie che scrivo è qualcosa di troppo intimo per poter essere messo troppo in vista, resta nelle pagine dei miei diari, quelli di carta, nell'ombra, a custodire i miei sogni.