mio diario

15 luglio 2010


Amore, che succede? Al telefono t'ho sentito nervoso, teso, triste. Se fossi qui t'abbraccerei, ti guarderei negli occhi bellissimi che hai, farei di tutto per farti sorridere, perché non posso sopportare che tu soffra. Ma sei lontano e prima di sera non ti vedrò. Fino ad allora mi arrovellerò il cervello nell'incertezza. Soprattutto perché so come funziona la tua testa. Non ne so il motivo, ma tu stai pensando, facendo ipotesi, costruendo teorie. Ho capito che anche tu soffri come me per la distanza in cui siamo costretti a vivere il nostro quotidiano. Dopo che per così tanti anni abbiamo passato le nostre giornate lavorando fianco a fianco, abituarsi a non condividere ogni gesto, ogni minuto, è stato difficile per entrambi. Però, mentre io ho manifestato quasi subito il mio disagio, tu ti sei tenuto tutto dentro, facendo di necessità virtù. Ma stai male anche tu e , se non me lo avessi detto, non lo avrei mai immaginato. Per me sei la forza, la risolutezza e la decisione fatte persona. Forse anche questo ti pesa? Che io ti creda provvisto di una forza sovrumana? Che non possa credere che tu abbia difficoltà e paure come me,come tutti? Mi sembra di cominciare a conoscerti davvero solo adesso. E ti amo più che mai. Di un amore diverso, meno istintivo. Ti voglio con una tale intensità che a volte mi spaventa.Qualche giorno fa mi hai detto che, secondo te io non ti voglio più. Ricordare quel momento è troppo doloroso. Ma spero che non sia invece tu a non volermi più.Ho un nodo in gola. Non vedo l'ora che torni e che con un sorriso spazzi via tutti i miei dubbi.