GIOVANI COMUNIST*

RIFLESSIONE POST 12 OTTOBRE


di Domenico Ragozzino*
Non è l’ora X invocata dal ministro Fioroni, quella degli esami di riparazione, e non aspetterà il fatidico 31 agosto per entrare in vigore. L’ora X è già qui, nell’aria delle scuole, nei visi preoccupati, stupiti ed arrabbiati degli studenti, nelle assemblee che si moltiplicano irrompendo nel tempo e nella routine. L’autunno è cominciato, venerdi’ 12 ottobre le oltre 100 manifestazioni studentesche in tutta Italia sono state il prologo di una stagione che vogliamo rimetta al centro dell’agenda politica l’accesso ai saperi come un diritto di cittadinanza e la necessità di una riforma organica e partecipata della scuola e dell’ università.Il decreto sugli esami di riparazione, deciso nel chiuso di una stanza ed annunciato con una conferenza stampa, è soltanto l’ ultimo provvedimento voluto dal ministro Fioroni, che senza nessun confronto e senza nessuna consultazione è stato imposto nel corso dell’ anno accademico. Tanta  retorica in un provvedimento che riporta nel passato la scuola italiana. Un provvedimento che, pur tra le invocazioni all’autorità ed alla severità, non risolve i problemi dei corsi di recupero, del modo perverso con cui vengono organizzati, dell’ assenza di finanziamenti straordinari per la formazione, che viene, invece, gestita  dalle scuole e dagli enti privati. Enti privati che, dal canto loro, soffrono di uno strutturale conflitto di interessi, mentre garantiscono la formazione ed il recupero hanno la possibilità di interferire attraverso i consigli di amministrazione nelle scelte didattiche e nel organizzazione dello studio. Gramsci diceva che la cultura della destra è impregnata di mercato e di profitto ma la sinistra o basa la sua politica sulla cultura e la conoscenza o rischia di rincorrere le destre sui suoi temi. E’ per una chiara inversione di tendenza del governo che continueremo ad essere nelle piazze. Per questo lo sciopero studentesco non può avere fine il 12 ottobre, ma deve diffondersi nelle scuole e nelle facoltà, estendersi nella consapevolezza ed alla partecipazione di ogni student*, attraversare la manifestazione del 20 ottobre contro la precarietà  con uno spezzone del mondo della conoscenza e quella del 17 novembre per la liberazione dei saperi. Abrogare la riforma Moratti e l’ alternanza scuola lavoro, investire nella scuola pubblica, nel diritto allo studio, nell’edilizia scolastica, in un reddito per tutti i soggetti in formazione: questo è il mandato che ha ricevuto il ministro Fioroni, questa la domanda di cambiamento che ha abitato i territori della formazione negli anni dell’opposizione alla Moratti, questa l’ unica strategia per garantire una scuola inclusiva per tutti. Oggi bisogna tradurre questa presa di parola collettiva in un progetto politico, in un modello di formazione della sinistra. E’ con questa ambizione ha preso vita il progetto politico di student*sX il network nazionale studentesco che a Roma in un assemblea nazionale ha rimesso in connessione collettivi e reti di studenti di sinistra, per rilanciare le prospettive dell’ autunno, per autoconvocare gli stati generali della conoscenza come unico luogo legittimato a scrivere un nuovo modello di formazione.E’ di questo che abbiamo bisogno. La politica delle piccole riforme, del “cacciavite” non offre risposte adeguate alla crisi sociale in cui versa la nostra generazione, ai disastri prodotti dalla Moratti. Infatti la scuola e le università sono i luoghi dove nasce e si sviluppa la democrazia, la coscienza critica, dove si introiettano gli strumenti di elaborazione, di un interpretazione individuale e collettiva della realtà. Nei tanti sud del nostro paese, nelle periferie, i templi del sapere rappresentano un microcosmo di ricomposizione sociale, dove si materializzano e prendono vita le contraddizioni, le solitudini, le violenze, i mille volti della precarietà che accompagnano la condizione giovanile. La nostra generazione vive una crisi profonda, un intero anno scolastico è stato raccontato dalla crudezza della cronaca nera, bullismo, omofobia, overdose e suicidi senza che la politica oltre a scandalizzarsi, montare telecamere ed affidare la sicurezza a poliziotti in borghese ed a provvedimenti disciplinari sia intervenuta. Noi nella nostra parzialità vogliamo partire dalle aule autogestite,dalle scuole dell’ antimafia sociale, spazi pubblici aperti nel pomeriggio ai territori consapevoli che nessun CEPU e nessun ente privato potranno offrire un alternativa.* Resp. nazionale studenti G.C.