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DA LIBERAZIONE DEL 21/02/2008

Post n°45 pubblicato il 21 Febbraio 2008 da gccalabria

Un passo avanti…ma solo verso un cambiamento di Sinistra

 

Seguendo l’esempio e cercando di aggiungere un altro tassello al ragionamento di Matteo Iannitti, di qualche giorno fa sulle colonne di Liberazione, crediamo sia legittimo e forse anche indispensabile, da parte nostra dire cosa ne pensiamo della condizione giovanile e del futuro che vogliamo costruire. Tuttavia ci permettiamo di dissentire su alcuni aspetti del suo intervento e su molte parti di quello di Don Roberto Sardelli e di Massimo Ilardi.

A differenza di Matteo pensiamo che la svolta generazionale all’interno dei partiti e della politica deve scaturire dall’impegno delle ragazze e dei ragazzi che ne fanno parte e non deve essere certo lasciata alla sola lungimiranza dei nostri dirigenti o dei dinosauri che ancora si aggirano all’interno della Sinistra italiana.

Non scriviamo con la volontà di ricevere facili consensi, ma per aprire degli spazi di dibattito e, ancor di più, per stimolare la sperimentazione concreta di nuove forme organizzative e di un nuovo modo di porsi verso la politica, uscendo dagli schemi per “addetti ai lavori” e immedesimandoci nelle/nei tante/i giovani, con i quali quotidianamente ci capita di confrontarci e che Don Sardelli ha descritto con gli occhi di un’altra generazione e perciò in modo parziale.

Pensiamo occorra rompere, soprattutto da parte delle/dei giovani, con le prassi e le pratiche da tempo instaurate e degenerate nel nostro partito e in tutta la sinistra. Ci riferiamo al personalismo dilagante, al professionismo politichese, all’imitazione caricaturale di parole e di slogans provenienti, senza nessuna rielaborazione, dai leaders dei partiti e dei movimenti. Viceversa, è essenziale far prevalere un nostro punto di vista, generazionale e originale, basato sull’esperienza concreta e non sulla superficiale adesione, scimmiottando i sotterfugi e i giochi di potere dei politici (prendendo a prestito l’espressione di don Sardelli) con le teste bianche. Perché, come sempre è avvenuto nella Storia, è da dentro la nostra generazione, quella nata nella crisi, che possono nascere, e secondo noi sono già nati, gli anticorpi per la deriva del mercato neoliberista e della mercificazione della vita. È da quel mondo “tranquillo” del volontariato e dell’impegno sociale, che sta nascendo la “Rivoluzione Coerente” che può scardinare i meccanismi della società del controllo e del dio denaro. Occorre avere, certo, l’umiltà di poggiarci “sulle spalle dei giganti” che ci hanno preceduti, ma siamo altrettanto convinti che è fondamentale avere il coraggio intellettuale e la presunzione giovanile di superarli, in quanto le sfide da affrontare sono completamente nuove e molto differenti rispetto al passato.

Partiamo dall’ipotesi, provocatoria ed insolente, che le ideologie, intese gramscianamente come “concezioni del mondo” che regolano vasti ambiti del vivere, non possono più reggere rapportate con lo sviluppo delle società attuali, sempre più frenetiche e in perpetua rielaborazione, in grado di modificare con la stessa velocità simboli e parole d’ordine.

In questo quadro, di forte ridimensionamento della Sinistra e della sua cultura, di profonda crisi delle liturgie dei partiti novecenteschi e di apertura di nuovi scenari organizzativi, tecnologici e concettuali, pensiamo sia necessario un approccio pratico, post-ideologico, all’idea di politica e di Sinistra, capace di dare risposta ai bisogni quotidiani delle persone senza perdersi in inutili sofismi.

Perché, se da una parte, tutto è cambiato, sia all’interno delle società attuali sia nella costruzione del consenso e delle opinioni, dall’altra le necessità delle persone sono rimaste pressoché le stesse. Parliamo di un lavoro stabile, dignitoso e privo di rischi, di una casa, della tutela dell’ambiente, di servizi pubblici universali ed efficienti, e, soprattutto, della possibilità di poter incidere sulle scelte che all’interno della propria comunità (locale, nazionale e sovranazionale) vengono compiute.

Perciò, da un lato, pensiamo sia indispensabile lanciare una sfida che aspiri a stabilire l’agenda della politica italiana mettendo al centro, nelle parole e nei fatti, nei nostri discorsi e nei nostri comportamenti, i valori di solidarietà, eguaglianza, giustizia sociale e democrazia. Dall’altro, occorre declinare i nostri valori in azioni concrete in grado di soddisfare i bisogni delle persone. Un modus operandi che riesca ad integrare o a sostituirsi, se occorre, alle politiche sociali che le istituzioni non garantiscono più. Per rendere l’idea in modo semplice ma incisivo, pensiamo che sia molto più efficace acquistare o occupare (vedi Action a Roma) una casa per poi darla in affitto a prezzi politici, aprire una mensa per i poveri, organizzare un centro sociale per gli anziani, creare un centro culturale per i giovani, aprire un fondo per i precari, invece che fare un semplice corteo a favore della casa, dei poveri, degli anziani, dei giovani o dei precari. Con questo non vogliamo mettere da parte le lotte per rivendicare fondamentali diritti che lo Stato deve garantire, ma pensiamo che limitarsi solo ad “astratte” azioni di lotta non coinvolga più le nuove generazioni e anzi le allontani dall’impegno politico. È altrettanto strategico, del resto, creare una massa critica che agisca nella società, in modo esteso e capillare, invece che concentrare gli sforzi sul dissenso nei cortei o alle manifestazioni di piazza. 

D’altronde, non crediamo ad un partito o ad una Sinistra immersi solo nella società e svincolati dalle istituzioni, tuttavia pensiamo che quando vi sono delle difficoltà o delle questioni dirimenti sulle quali scegliere, è necessario avere il coraggio di ritornare in mezzo al nostro popolo, fra i nostri militanti e far decidere direttamente le persone coinvolte, avendo la coerenza di essere conseguenti rispetto alle scelte compiute. Solo così le ragazze e i ragazzi, potranno riacquistare fiducia nella Politica. Soltanto facendo vivere la democrazia quotidianamente, facendo contare ogni singolo iscritto quanto il segretario del partito, potremo aspirare ad una Sinistra forte e radicata nel tessuto democratico del Paese.

All’interno di questo nuovo modo di concepire la militanza e la politica un ruolo dominante lo deve avere l’aspetto etico e morale.

La coerenza deve prevalere sull’ipocrita separazione tra le idee proclamate e i comportamenti praticati. Se stiamo dalla parte dei ceti meno abbienti chi fa politica a Sinistra non può permettersi di ricevere dalla politica più di quanto guadagna un dipendente o un operaio che vogliamo difendere: una soluzione fattibile sarebbe quella adottata in Olanda dal Partito Socialista (passato dal 6 al 17%), “i deputati  consegnano l'intero stipendio al partito per riceverne 2.000 euro al mese”. Non è certo nostra intenzione fare qualunquistica demagogia, ma una delle conseguenze della fine delle ideologie è che le/i giovani si identificano e decidono di partecipare e poi di votare, non più in base ad una astratta appartenenza o come atto di fede, ma giudicando giorno per giorno la politica concretamente attuata e le condotte di coloro che li devono rappresentare o con cui si devono confrontare.

Perché anche se la partecipazione politica in senso novecentesco è praticamente disertata dalle nuove generazioni, il mondo del volontariato sociale, culturale ed internazionale, è caratterizzato da un coinvolgimento giovanile preponderante. Non è vero che i giovani non partecipano, sono solo diventati esigenti e ancora più radicali. Le ragazze e i ragazzi di oggi non si accontentano più di “cosa” sarebbe bello e giusto realizzare, dell’astratta coscienza critica, delle infinite discussioni in assemblee vocianti e poco propositive, ma vogliono risposte praticabili e avere la possibilità di decidere veramente. Vogliono sapere “come” attuare concretamente i nostri ideali di solidarietà e giustizia sociale. In fondo, chiedono soltanto di non essere utilizzati dalla politica come elementi coreografici, come bassa manovalanza durante le elezioni, escluse/i dalle scelte, escluse/i dalle liste, escluse/i da quella politica che dovremmo cambiare e che noi in prima persona viviamo. La pratica democratica imparata in questi anni, anche a caro prezzo, nelle strade di Genova, Praga, Parigi, Londra, al gay pride, nelle mobilitazioni di Vicenza e della Val di Susa, nelle grandi manifestazioni per la pace e nell’azione quotidiana all’interno dei Movimenti, ci ha insegnato che il rinnovamento politico, delle idee e delle persone, è essenziale perché i rappresentanti dei cittadini siano veramente i portavoce dei problemi e delle difficoltà che affliggono il nostro Paese. Purtroppo non è così! E certo non possono essere sempre le stesse facce e gli stessi nomi a poter rappresentare: l’alienazione nei call center, le mani callose nelle fabbriche, i soprusi subiti nelle terre martoriate dalle mafie e dalla criminalità organizzata, l’impotenza e la rabbia di fronte alle basi militari straniere.

Noi, vogliamo contribuire a costruire un’autentica Sinistra che si riappropri della politica e dell’umiltà della fatica quotidiana, vogliamo tentare l’assalto al cielo e costruire un Mondo migliore, partendo dal cambiamento radicale prima della nostra vita e, poi, di quel piccolo grande mondo in cui viviamo e del quale ci sentiamo protagonisti.

 

Portavoce Giovani Comuniste/i Fed. di Forlì

Nicola Candido

 

Portavoce Giovani Comuniste/i Regione Sardegna

Simona Deidda

 

Portavoce Giovani Comuniste/i Regione Calabria

Giovanni Maiolo

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Commenti al Post:
girasolenotturno
girasolenotturno il 29/04/08 alle 23:25 via WEB
Mi scuso per la mia risposta che non ha senso…: Vorrei comunicare che per il 1° MAGGIO sarebbe bello mettere in luce le MORTI BIANCHE e il PRECARIATO noi abbiamo fatto un video se volete potrete essere dei Nostri. Alessandra
 
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