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Ecco il decalogo della nuova Milano

Post n°92 pubblicato il 17 Giugno 2011 da Mm13

Palazzo Marino

La Giunta ha approvato le linee programmatiche del mandato. Un modello declinato in dieci punti che mirano allo sviluppo economico, sociale, culturale e intergenerazionale della città

Milano, 16 giugno 2011 - La Giunta guidata dal Sindaco Giuliano Pisapia ha approvato ieri, 15 giugno, il testo con le "Linee programmatiche" relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato. Obiettivo generale dell’azione di governo per i prossimi cinque anni sarà costruire il futuro di una città globale, coesa e protagonista di un nuovo sviluppo economico, sociale, culturale, intergenerazionale per realizzare una Milano che accoglie e valorizza la tradizione di solidarietà ospitale ambrosiana e la grande risorsa di una società civile aperta e inclusiva. Un modello declinato in dieci punti di progetto.

Linee programmatiche relative alle azioni ed ai progetti da realizzare nel corso del mandato

La visione generale
Obiettivo generale dell’azione di governo per i prossimi cinque anni sarà costruire il futuro di una città globale, coesa e protagonista di un nuovo sviluppo economico, sociale, culturale, intergenerazionale. Sarà una Milano che accoglie e valorizza la tradizione di solidarietà ospitale ambrosiana e la grande risorsa di una società civile aperta e inclusiva.

Un modello declinato nei seguenti dieci punti di progetto.

1. Milano orgogliosa della sua storia di sviluppo civile e sociale, della sua produzione e del suo lavoro, della sua fedeltà alla democrazia e alla partecipazione in cui sono nate la Cooperazione, la prima Camera del Lavoro, la prima Associazione di industriali, i partiti di massa socialista e cattolico; Milano capitale dell’antifascismo e Medaglia d’Oro della Resistenza, che ospita la Casa della Memoria e la Fondazione della Shoah.

2. Milano più giovane, perché città in grado di generare futuro per le nuove generazioni, capace di evitare che i suoi giovani siano costretti ad andare altrove seguendo un lavoro precario o una casa a buon mercato. Milano città in cui si arriva e si rimane per scelta, perché ci si vive bene, perché si lavora, si studia, si può formare una famiglia e far
crescere bambini.

3. Milano più bella e verde, perché ricca di spazi urbani curati, in quartieri che sono città e non periferie; con un’edilizia e un disegno urbanistico ben progettato e con tanto spazio in cui muoversi, perché la terra e il verde sono spazi di vita e socializzazione e l’aria, finalmente pulita, non è una minaccia per la salute. Una città dove si possa andare in bicicletta, a piedi o con i mezzi pubblici anche di notte. Una città che trasforma e riutilizza quello che c’è e che provvede a regolare anche il sottosuolo, il rumore, le acque.

4. Milano capitale dello studio, delle attività e della produzione culturale; capitale del lavoro, perché ancora una volta ha promosso l’istruzione pubblica, i nuovi saperi, la ricerca, le produzioni che assicurano lavoro di qualità e determinano nuova ricchezza; città che chiede alla scienza, al diritto e all’economia di essere riferimento per le politiche pubbliche.

5. Milano più giusta, che riconosce e si avvale della ricchezza e delle competenze delle donne, che afferma i diritti fondamentali civili e sociali. Milano con un Welfare che non lasci sole o ai margini le persone anziane e quelle con difficoltà gravi. Una Milano in cui democrazia non è solo il voto – per tutti quelli che ci abitano – ma pratica riconosciuta e promossa attraverso processi di vera cittadinanza e partecipazione attiva.

6. Milano più libera, in cui si possa scegliere la propria vita e costruire il proprio futuro, vivere relazioni di conoscenza, di amicizia, di amore, di coppia senza temere discriminazioni o pregiudizio, senza il peso oppressivo del bisogno o dell’esclusione, in cui nessuno si senta solo o straniero. Una città che ripropone come pubblici, cioè ricchezza collettiva che produce valore e lavoro, i servizi a rete: acqua, energia, trasporto, wi-fi. Libera anche perché costruisce l’autonomia di chi non ha le abilità degli altri, di chi si misura con ostacoli materiali che i più nemmeno vedono.

7. Milano città aperta, che riconsegna ai cittadini spazi e sedi pubbliche, scuole, biblioteche, negozi e alloggi popolari; che usa le risorse che possiede perché siano centri di vita permanenti; che si riconverte alle energie rinnovabili, al cablaggio e al wi-fi; che entra nella rete delle città virtuose per consumi e standard ambientali; che ha il mondo dentro di sé e vive nel mondo.

8. Milano città della buona amministrazione, in cui l’ente pubblico è vicino al cittadino ed è suo amico, con funzionari e dipendenti parte attiva della trasformazione. Milano che ha un progetto per usare bene le risorse pubbliche e mobilitare quelle private, che vuole costituire il governo della area metropolitana e istituire Municipi con poteri effettivi al posto delle Zone, che vuole il controllo dei cittadini sul funzionamento dei servizi. Milano città che torna alla dignità della tradizione municipale che è la sua storia.

9. Milano città per l’Italia, che con le altre grandi città del Nord opera per un vero federalismo di responsabilità e solidale, che riconfermi il patto unitario della Costituzione e della Repubblica. Una città che si impegna con le altre per le grandi reti e le aziende partecipate per le nuove politiche energetiche e ambientali, per la collaborazione tra i sistemi universitari, per il rapporto con il Nord e il Centro Europa come con l’area mediterranea; che si propone ancora e di nuovo come riferimento nei settori più avanzati delle nuove scienze e tecnologie, della produzione culturale e della innovazione.

10. Milano e l’Expo, perché il 2015 lasci lavoro, intelligenza e spazi pubblici; una tappa della cultura mondiale che presenta i problemi e propone le soluzioni per “Nutrire il Pianeta, energie per la vita”; un modello di futuro per una agricoltura moderna, cioè naturale e scientifica, in tutta la filiera dalla produzione alla conservazione, dalla logistica
all’industria alimentare; che esalta il patrimonio di cultura della produzione e della alimentazione, di cui siamo parte importante. Una Expo diffusa in città, nell’area metropolitana, nel Parco Agricolo Sud.

 
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