Per le vie di Genova

INFLUENZA A: ecco perché è piú pericolosa per giovani robusti. (da Facebook)


Che cosa accade quando ci vacciniamo contro qualche malattia?Noi mettiamo a contatto il nostro organismo con un virus inattivato, un agente prima nocivo che è stato svuotato della possibilità di fare ammalare ma che, avendo ancora intatto il suo involucro-inoffensivo- sembra al nostro organismo il virus completo. Cosí il nostro sistema immunitario, credendosi giá sotto attacco, comincia a produrre anticorpi. Risultato? Quando noi dovessimo entrare in contatto con la vera malattia la nostra reazione immunitaria sarebbe più pronta – non dovremmo “costruire” molti anticorpi, perché ne avremmo una certa quantità già attivi- e capaci di contrastare la malattia in maniera più efficace.Per questa ragione può essere opportuno vaccinarsi in previsione di entrare in contatto con qualche malattia.A questa buona regola vi è però una eccezione: non bisogna vaccinarsi contro l' influenza. Perché? Perché anche l' influenza è -fra le malattie- un' eccezione.In una delle ultime edizioni del “Roversi: Diagnostica e terapia” la bibbia che ha accompagnato generazioni di medici italiani, è possibile trovare una elegante ed inusitata definizione dell' Influenza:“...è una reazione allergico-iperergica all' infezione di un virus...”.Non sarebbe perciò una malattia, ma una reazione allergica.Questo che cosa comporta?Se é una reazione allergica, a differenza che nelle altre malattie, bisognerà evitare di incoraggiare un aumento delle difese dell' organismo, perchè ciò aggraverebbe la malattia. Nel 1918-19 la grande pandemia detta della “Spagnola” che uccise almeno 50 milioni di persone, predilesse ed uccise più giovani sani e robusti che vecchi e bambini, come invece si sarebbe dovuto prevedere. I giovani robusti, con difese immunitarie potenti, subirono la reazione, cioè la malattia, in forma più grave, spesso mortale. Vecchi e bambini, spesso con livelli più bassi di reazioni immunitarie, fecero l' influenza in maniera più lieve. Sì, ne morirono tanti anche di essi, ma soprattutto per le complicanze a carico dell' apparato respiratorio, specialmente bronchiti e polmoniti. Se a quei tempi fossero esistiti gli antibiotici, milioni di persone avrebbero avuta salva la vita.L'Influenza A sembra avere le stesse caratteristiche, con minore virulenza della “Spagnola”. Ma oggi e assurdo averne paura. È un' influenza, come quelle che – ricordiamo – ogni anno si presentano verso il 15 di Gennaio, quando il virus viene portato – probabilmente dalla Cina – in Europa con l' arrivo del Monsone di terra.L'influenza A è solamente più persistente: il virus si esaurisce più lentamente, colpisce più persone, ma nient' altro.Che cosa fare perciò?1.Niente vaccinazione antiinfluenzale. Esso aumenterebbe le difese dell' organismo, peggiorando così la reazione allergico-iperergica al virus, l'ultima cosa di cui vi sarebbe bisogno.2.Le terapie da attuare sono invece quelle di sostegno, e quelle volte a curare le complicanze. Di influenza A non si muore, come non si moriva di Spagnola; si moriva e si muore delle complicanze. Che oggi possiamo fronteggiare in tutta tranquillità con pochi Euri di antibiotici. 3.Ricordare che le categorie in pericolo non sono vecchi e bambini – a meno che non abbiano altre importanti patologie preesistenti- che hanno di solito un livello immunologico medio-basso, ma I giovani più robusti e più reattivi. Particolare eccezione rappresentano I neonati fino ai sei mesi poiché le loro difese immunologiche sono molto alte, le stesse della madre. 4. Non vaccinare alcuno, ma prepararsi a combattere eventuali complicanze.5..Sarebbe auspicabile invece vaccinare contro le broncopneumopatie.6.Inoltre, si constaterà che sarà utile ogni terapia antiallergica sistemica. Non alzare il livello immunologico dell' organismo. Ridurre in tutti i modi le reazioni allergiche;Non temere l' influenza: trattarla come una normale influenza stagionale. Sono assurde le raccomandazioni di lavarsi spesso le mani, (più si insiste a lavarsi le mani con detergenti sgrassanti e più si alterano le difese sebacee della pelle e la si rende permeabile). È un' influenza che colpirà inevitabilmente milioni e milioni di persone, ma che, con l' aiuto delle semplici terapie antibiotiche di cui oggi disponiamo, finirà con i pochi danni che ogni influenza ogni anno si porta dietro. Occuparsi, invece, delle complicanze, la vera malattia.Dottor Ugo AbelziMedico ChirurgoSpecialista NeurofisiopatologoInformazioni contatto: e-mail   ugo.abelzi@tiscali.it