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LETTERE...

Post n°375 pubblicato il 28 Aprile 2007 da emmanuele2003_m

Mi chiamo Chiara, ho dentro di me il desiderio di far qualcosa di grande, ma sono bloccata dalla paura di sbagliare. Non so se questo dipenda dalla scarsa fiducia che ho in me stessa o perché non ho le doti necessarie per fare ciò che vorrei. A chi posso chiedere? Devo fidarmi del mio desiderio o è meglio che faccia i conti con la mia povertà? Mi accorgo che più cerco di capire cosa fare e più gli anni passano. Ho come l'impressione di aver già perso fin troppi treni. Temo di sprecarmi come tanti miei coetanei che perdono il tempo in discoteca o nelle palestre. Forse anch'io dovrei fregarmene di tutto e fare come loro? Non so proprio quale sia la decisione giusta.

Quante domande, quanti interrogativi! Nel Vangelo di Matteo, si racconta di un giovane come te: <<Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenerela vita eterna?">> Una domanda importante che sottende mille altri interrogativi sul senso vero della vita. Gesù era certamente la persona adatta per una risposta chiara e definitiva, eppure sembra quasi eludere la domanda dicendo: <<Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi>>. Gesù rimanda la risposta al cuore di quel giovane, affinché ricerchi la verità dentro di sé, in quel bagaglio di potenzialità che ciascuno possiede. Per comprendere meglio la risposta di Gesù, potremmo scinderla in due tempi: il primo tempo sta in quei tre imperativi <<va, vendi, dallo>> ed il secondo nei due esortativi <<vieni e seguimi>>. Gesù prima di tutto, ci chiede di non chiuderci nella ricerca ossessiva di noi stessi, di non porre sempre noi al centro dell'universo: <<va>>. Ci domanda di valorizzare i doni e le doti che abbiamo e di trarne un guadagno: <<vendi>>. Ci propone di spendere il guadagno nel dono. <<dallo ai poveri>>. A questo, Gesù fa seguire due consigli che se da una parte fanno capire come nulla sia definitivo, dall'altra rincuorano chi conosce bene il limite e l'incoerenza della propria umanità. Il <<vieni>> e il <<seguimi>>, fanno capire che anche laddove arrivassimo alla piena realizzazione di noi stessi, dovremmo muoverci ancora e continuare il cammino, anche se con la compagnia di colui che ben conosce la strada. L'evangelista Marco chiude l'episodio dicendo che: <<Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze>>. E' la triste sorte di chi non ha l'ardire di mettersi in gioco. Parafrasando un'altra frase del Vangelo, potremmo dire che è la sorte del mercante che non ha il coraggio di vendere le proprie perle per acquistare la grande perla preziosa. Chiara, ho come l'impressione che tu investa maggior tempo nel ricercare le cause che ti stanno bloccando, piuttosto che nel trovare le forze per sbloccare la situazione. Ho l'impressione che tu cerchi fuori di te risposte che solo tu devi darti, mettendoti in gioco. Non ti arrendere e non dare la colpa a nessuno e men che meno a te stessa perché i sensi di colpa giustificano solo chi non vuol crescere. Cerca invece qualcosa in cui credere, lotta per realizzare il tuo sogno. Và, Chiara, metti a frutto la ricchezza che hai e punta in alto.

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review
review il 28/04/07 alle 21:58 via WEB
Posso citare alcune ben conosciute parole di Madre Teresa? "Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni. Però ciò che é importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza. Dietro ogni successo c`e` un`altra delusione. Fino a quando sei viva, sentiti viva. Se ti manca cio` che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite… insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arruginisca il ferro che c`e` in te. Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto. Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa il bastone. Pero` non trattenerti mai! " Ti auguro una buona notte.Nino^_^
(Rispondi)
bettyshort
bettyshort il 29/04/07 alle 01:27 via WEB

Emmanuelle,in riferimento al tuo commento nel mio post,non ho mai sostenuto il contrario,sono una persona che è in pace con il mondo e proclama la pace,democratica e altruista,ma non perchè me lo ha detto Gesu',ma perchè lo dice la mia coscienza,nel rispetto di quello che è l'uomo come primo e assoluto valore.Nell'ipotesi che qualcuno mi sia -nemico-,non mi metto a pregare per la salvezza della sua anima,bensi' metto in atto quelle che sono le strategie in una relazione positiva,il bene trasmette il bene e attraverso il dialogo,cosa che purtroppo da Socrate in poi è stata trascurata,si possono recuperare le giuste dinamiche.Il mio riferimento a Mosè e il suo omicidio perchè è questo di cui si parla,mi sembra piu' che lecito dato il tuo intervento precedente e mi pare tu tenti di giustificarlo perchè dici, non era animato da cattivi propositi, ma solo da rabbia,come facciamo noi di fronte alle ingiustizie.Personalmente davanti alle ingiustizie io non ammazzo nessuno e tantomeno giustifico qualcuno che lo faccia e in questo caso entriamo in un'altro campo.Continuo a risponderti con una frase della Bibbia che recita..Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Notte Betty

(Rispondi)
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Signore,
fa' di me uno strumento della tua pace.
Dov'è l'odio, fa' che io porti amore;
dov'è l'offesa, che io porti il perdono;
dov'è disperazione che io porti la speranza;
ove sono le tenebre che io porti la luce,
ov'è tristezza che io porti la gioia.
O Maestro, fa' che io cerchi di consolare,
piuttosto che essere consolato;
fa' che cerchi di comprendere,
piuttosto che essere compreso,
di amare piuttosto che essere amato;
perché solo donando, si riceve;
solo perdonando, si è perdonati,
solo morendo, si risuscita alla vita eterna.

San Francesco d'Assisi

 

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