Getto la spugna ?

Ciao Eluana


mai diciassette anni fa, e per diciassette anni,  avresti immaginato che tanti pronunciassero il tuo nome, che tanti si accorgessero di te. Mai, credo, avresti  potuto immaginare quanta gente comune potesse condividere con sincerità parte della la tua sofferenza, quella dei tuoi genitori, quella di parenti ed amici veri e quanti, meno comuni,  ipocritamente e senza ritegno, sarebbero riusciti a  pronunciare il tuo nome per ben altre ragioni. Sei stata capace addirittura di  far dimettere un direttore di redazione al quale è stata negata la gioia di poter esivire l’ennesimo scoop fantagiornalistico. Hai causato l’ennesima bagarre da mercatino rionale in quell’ambiente dove tutti vorremmo ci fossero solo persone educate, colte, mature, responsabili, razionali, rispettose di quella gente che li ce li ha portati. C’è stato poi , il solito falso paladino dei diritti degli altri, che addirittura ha prospettato una modifica alla Costituzione, per salvaguardare i tuoi diritti e quelli di chi vive o vivrà la tua esperienza. Chiaramente poi, come solitamente accade, l’errata nostra interpretazione di ciò che è stato detto è stata “chiarita” nelle successive  dodici ore. Il tuo nome sulle labbra delle massaie, dei giudici, degli avvocati, dei giornalisti, degli studenti, dei medici, dei parlamentari, del Presidente della Repubblica Italiana. Persino mio figlio di dieci anni mi ha chiesto chi fossi, e perché si parlasse tanto di te. Ma tu sai bene, che il prossimo scandalo, la prossima morte annunciata, la prossima tragedia, il prossimo stupro, il prossimo attentato, la prossima guerra occuperanno presto le prime pagine dei giornali, le prime edizioni dei TG e le prossime bagarre carnevalesche di Montecitorio che per qualche tempo ti sono state dedicate. E’ cosi, è sempre stato cosi e purtroppo continuerà ad essere cosi. Rimarrai viva nel cuore e nella mente dei tuoi genitori, dei tuoi parenti ed amici veri, mentre altri  affiggeranno volantini di altra natura in qualche altro posto delle nostre città. Giusta o non giusta la scelta del tuo papà, nessuno mai potrà dirlo con certezza, mai nessuno dei tempi d’oggi, mai nessuno di noi. Non potranno mai affermarlo con certezza, quei parlamentari similpolitici che si sono “battuti” per il tuo diritto alla vita se continuano a calpestarne ,ogni giorno,  quello di tanti altri italiani che soffrono e lo fanno  ad occhi aperti, da svegli; Non potranno mai dichiarlo con certezza i Giudici di questi nostri Tribunali che si ritrovano a dover amministrare leggi inique, vecchie, ingiuste, in interpretabili, in un caos si fascicoli che si accumulano negli archivi,  rendendo sempre più agonizzante una Giustizia malata come quella italiana; Non potranno mai esprimersi con certezza i medici che si sono opposti alla scelta del tuo papà ne quelli che l’hanno avallata, perché la missione vera di un medico è quella di combattere fino alla fine per la vita di un uomo. Ma la tua era vita ? Non potrà mai asserirlo con certezza questa Chiesa, questo Papa, con i fantasmi negli armadi che si ritrovano. Nessuno, nessuno degli uomini di oggi potrà esprimersi con certezza sulla scelta del tuo papà. Credo anche però che nessuno ai, ne giudici, ne giornalisti, ne medici, ne politici ti abbiano mai vissuto, difeso ed amato come i tuoi genitori e quindi ritengo, se non altro, giusto che in questa realtà in cui nulla è certo, spetti a loro l’onere e l’onore della scelta A noi quella invece del silenzio, un silenzio legittimo, necessario, indispensabile, quando non c’è nulla di cui essere certi.