Ghè

Post N° 565


Longiano 30 Maggio 1998   LA NASCITA DELLA VITA PSICHICA   La relazione della nuova creatura e l’attività psichica di essa è presente già nella vita fetale e di ciò ci sono abbondanti prove scientifiche. Il feto ha un rapporto più diretto ed immediato con la madre ma ha anche un suo rapporto che, in gran parte, è mediato attraverso la madre stessa ma in parte è immediato anche con il padre. La relazione è già “a tre” fin dall’inizio del concepimento, poiché l’attività e la realtà della psiche, cioè dell’attività psichica che è posseduta subito come una delle qualità dell’anima, tale realtà nella vita neonatale è solo una continuazione della relazione presente, reale ed attiva già nella vita intrauterina. Intelligenza, memoria e volontà sono presenti sin dal momento del concepimento e sono nell’anima che Dio infonde nello zigote, nell’attimo della sua costituzione materiale . Graduale è l’estrinsecarsi e lo svilupparsi dell’attività psichica, presente nell’anima (non già dalla nascita!), attraverso la corrispondente parte anatomica del S.N.C. (Sistema Nervoso Centrale), parte anatomica che, dopo la nascita, crescendo, risente solo del patrimonio genetico ereditato dai due genitori, insieme a tutta la giunta delle influenze delle relazioni con l’ambiente: padre, madre, fratellini, cibi e cose. All’inizio il rapporto con il padre continua ad essere mediato dal mezzo verbale ed anche dal contatto del corpo del padre con quello del bambino, ma è una relazione meno forte ed influente del contatto che continuamente c’è con la madre, anche dopo la nascita anche attraverso il seno materno, fonte di attrazione e fonte di gioco ma principalmente fonte di gratificazione, dovuto all’alimento, il latte, che dal seno fuoriesce. Molto delicate sono, dunque, le fasi della relazione del bambino con i propri genitori, sia nella vita neonatale ma fino e persino dalla vita fetale e intrauterina. Il bambino risente perfino del fatto che, al momento del suo concepimento, egli sia stato voluto e concepito già nella mente nell’ipofisi dei due genitori e nella madre in modo speciale. Queste considerazioni sono molto importanti per la comprensione, da una parte, del comportamento del bambino e della salute mentale e fisica del bambino già nei suoi primi anni di vita e, dall’altra, fa comprendere quanto sia importante la preparazione ed il rapporto dei coniugi proiettati verso il progetto della procreazione di un figlio, del suo concepimento. Ecco dove sono poste le fondamenta del tipo di comportamento del bambino e del suo personale tipo di relazionarsi con tutto il mondo esterno, genitori compresi. Il rapporto madre – padre - bambino deve, perciò, pensarsi aver inizio sin dal concepimento e preparato prima di esso. È necessario non correre rischi del relazionarsi dei genitori col feto, conferendogli una identità maschio o femmina non corrispondente al reale sesso del nascituro. Ecco che è bene astenersi da qualsiasi tipo di relazione “sessualizzata” con un nuovo concepito, senza saperne prima il sesso (ciò non giustifica la pratica massiva che si fa della diagnosi prenatale del sesso del nascituro). Ciò eviterà problemi e ripercussioni al nascituro, qualora il relazionarsi, però, non sia generico o meglio asessuato, aspecifico. Le implicazioni di uno sbagliato rapporto con il proprio nascituro avrà implicanze e ripercussioni anche nelle relazioni del futuro bambino con altri suoi coetanei e, se non compreso e corretto lo stato non normale del bambino stesso, esso stato avrà implicazioni e ripercussioni autistiche anche in età successive a quelle dei primi anni di vita. Si consideri che è consigliabile non avere rapporti fecondi mai dopo un vero litigio tra i due coniugi, tanto meno concepire dopo rapporti anali (che del resto non sono MAI consentiti), poiché i suddetti sono quasi sempre la causa di concepimenti ad alto rischio di patologie per il neo concepito. Non di rado tali concepimenti portano a feti malati e poi a neonati che svilupperanno prima o poi delle anomalie e/o di solo comportamento e/o anche fisico e/o fisiologico. Un esempio è dato dalla nascita di bambine tendenti al lesbismo o palesemente lesbiche se concepite dopo uno o più rapporti anali, o di bambini tendenti all’omosessualità passiva e/o attiva se concepiti dopo uno o più rapporti anali. Allo stesso modo fuoriescono mostri concependo dopo aver avuto rapporti con animali, detti zoofili! E la cosa riguarda quasi esclusivamente la donna, comprensibilmente! I Cottolenghi ne sono pieni dei frutti di tali rapporti! Ed ancora, frutto di rapporti e concepimenti avuti dopo veri e gravi litigi, sono, spesso, figli aventi disturbi di personalità e/o di disarmonia motoria.  Tutto ciò sembrerebbe fantascientifico ad un primo esame superficiale! Ma si badi bene ad approfondire tale problematica, dal punto di vista scientifico e si scoprirà che quanto qui affermato non è affatto fantascienza ma realtà, purtroppo! Questa mia riflessione non vuol essere che “un sasso gettato nello stagno”.  Per darne un accenno ai meccanismi patogenetici che portano a tali patologie, detti spesso anche Disturbi dello Sviluppo, c’è da dire che nel caso di rapporti fecondi avuti dopo litigi gravi, come sappiamo che l’adrenalina entra spesso tra i fattori responsabili dell’ inizio di alcune neoplasie, anche maligne ed altre patologie, allo stesso modo tale mediatore chimico, presente, dopo un grave litigio, in dosi molto superiori alla norma nei due partner qui considerati e presente in tutti gli umori del loro corpo, o direttamente od attraverso suoi cataboliti, agisce, in vario modo e negativamente, sul normale prodotto del concepimento attraverso la sua presenza negli umori anche delle vie genitali femminili e nel liquido spermatico. Riguardo, invece, l’accenno ai meccanismi patogenetici innescati dai rapporti anali o persino lesbici e/o dai rapporti di donne con animali ed agenti sul prodotto del concepimento, c’è da dire che essi meccanismi sono mediati attraverso la responsabilità principale dell’ Ipofisi, ghiandola cardine del nostro corpo umano, oltre che del S.N.C. È qui, infatti, che giungono tutte le informazioni e gli stimoli fisiologici ed ambientali e che essa ipofisi incamera ed elabora e reagisce di conseguenza, emanando i suoi “segnali”, i suoi ormoni, a seconda del tipo di stimoli ricevuti da ciascuno dei cinque sensi, oltre che dai vari tipi di ormoni provenienti dalle varie ghiandole, come la tiroide, l’ovaia, il pancreas, etc… Si ricordi che la donna in età fertile è nella sua Ipofisi ove, prima di tutto, pensa (in genere) di concepire una nuova creatura. Solo poi, in un secondo momento, ordinariamente, pone in essere concretamente, con il suo partner, l’atto per concepire la stessa! Infatti, non poche volte, da donne che “non hanno voluto” il figlio, quest'ultimo presenta spesso, prima o poi, sintomi e segni psico-fisici di tale concepimento non desiderato. Il tutto, considerato dal punto di vista della Medicina Preventiva, non esclude qualsiasi tipo di patologia più o meno ereditata e/o ereditabile e dalle quali possono essere affetti, anche solo potenzialmente, uno od entrambi i partner al momento del concepimento.   ***