G.I.Ferrara

LE IMPRESSIONI DEL NEOSEGRETARIO DI GIOVENTU' ITALIANA EMILIA ROMAGNA


“Nessun fenomeno al mondo potrà impedire al sole di risorgere”: così, in una bella giornata di Sole, sabato 6 Marzo, da diverse province e regioni si sono riuniti tanti ragazzi del gruppo di Gioventù Italiana, di cui il sottoscritto si onora di aver fatto parte, per organizzarsi e formalizzare le Idee che ispirano la loro azione.Sono due i Valori della Destra del 2000, che vogliono esplicitare meglio i classici termini DIO- PADRE- FAMIGLIA: essi sono stati scelti dal responsabile del Dipartimento Programma de La Destra, Adriano Tilgher, e rappresentano “la più mediterranea ed europea delle Idee”: Nazione e Lavoro, la partecipazione di ogni persona al benessere della Nazione, ispirata dalle radici greco- romane dell’Italia e dell’Europa.Nazione come espressione di una Comunità in cui i membri si riconoscono, sono coesi perché si sentono parte di un comune Destino e Lavorano per costruire assieme un Futuro migliore, per i propri Figli, cui tramandare la propria Storia, la propria Cultura, la propria Tradizione.Lavoro come espressione del proprio talento, come mantenimento della propria Famiglia, come contribuzione al benessere della propria comunità.NON Lavoro come logoramento della propria vita, come precarietà, come strumento esclusivo per pagare tasse che prosciugano i nostri risparmi: oggigiorno, purtroppo, la società ci obbliga spesso a fare lavori che non ci piacciono, che non ci danno soddisfazione, perché non possiamo esplicare le nostre migliori qualità o, al contrario, perché i nostri meriti e le nostre competenze non vengono adeguatamente riconosciuti e retribuiti; lavori che ci alienano, che ci costringono ad orari massacranti e non ci permettono di dedicare tempo ai nostri interessi e ai nostri parenti.Il Lavoro è anche chiaramente costo di produzione: qualsiasi imprenditore, piccolo, medio o grande che sia, deve redarre un bilancio in cui scrivere quanto gli costano materie prime, impianti e lavoratori, per rendersi conto di come va l’azienda, quali strategie attuare. Ma non può e non deve essere solo un costo: così si rischia che, per inseguire utile, così com’è nell’attuale filosofia di vita prodotta dalla globalizzazione, per ottenere 1 euro in più, l’imprenditore paghi poco i dipendenti, li faccia lavorare troppo o, peggio ancora, li licenzi. Egli deve invece considerare il lavoratore non come un ingranaggio tra tanti altri, ma come una persona fisica, dotata di intelletto, parte integrante e fondamentale per la comunità- azienda.Non uso questo binomio a caso, ma perché fa parte di una filosofia vincente, nata nel lontano Ottocento, da cui dovremmo prendere esempio; essa parte dalla Germania, dove si usa molto il termine di famiglia e sono abituati a coinvolgere i lavoratori nelle gestione dell’impresa, a prendere decisioni: decidere- con, Mit- bestimmung.Ci opponiamo dunque alla concezione materialistica della vita, ma non vogliamo essere bigotti e dire che il denaro fa schifo, che non bisogna avere una bella auto o non andare in discoteca il sabato sera, per soddisfare invece unicamente l’intelletto: sono desideri assolutamente plausibili e legittimi, ma non dobbiamo vivere o pensare solo a quello; soprattutto, non devono essere i metri di giudizio di una persona, della dignità umana.Questi canoni sono per noi: giustizia sociale, moralità, onore.Il nostro senso di far Politica non è per fini elettorali, da partita di calcio: non traiamo soddisfazione dall’ottenere un punto percentuale in più della Sinistra o la vittoria alle elezioni. A noi, di quello che fanno loro non ce ne frega niente. Perché non dividiamo il mondo in buoni e cattivi.Noi, in quanto crediamo nella Nazione, Lavoriamo ogni giorno per il benessere della Comunità, di ogni suo membro.Per noi lo Stato deve assumere un ruolo Sociale, cioè nell’assicurare ai suoi membri tutela, sicurezza, dignità, formazione: li deve sentire uniti, partecipi, edotti ed orgogliosi della propria Storia, deve dare pari opportunità a tutti per concorrere a sviluppare se stessi.Cosa ci unisce al PdL: recentemente La DESTRA si è alleata al PdL di Berlusconi, perché abbiamo delle idee, Nazione e Lavoro, che vogliamo far crescere, sviluppare. Entrambi, noi e il PdL, crediamo nell’identità nazionale, nella sacralità della vita e nella famiglia, formata da uomo, donna e bambini, come cardine fondamentale dell’Unità del Paese e lo sviluppo del Popolo. Noi pensiamo di poter aiutare a migliorare il nostro paese e apprezziamo la politica di autonomia a livello internazionale perseguita da Berlusconi firmando con Putin un accordo per le risorse energetiche.Cosa ci distingue dal PdL: noi crediamo fermamente nel rispetto delle regole e non ci arroghiamo il diritto di cambiarle per i nostri interessi; come già detto, non amiamo le distinzioni assolute in buoni e cattivi, quindi, come dimostrato dalle nostre manifestazioni, non legittimiamo guerre altrui fatte per depredare le risorse dei popoli, come il petrolio, o arricchirsi col traffico di armi, ma mascherate in scontri di civiltà.Se esiste in effetti un problema della criminalità da risolvere, legato in gran parte agli immigrati extracomunitari, non crediamo che l’Islam sia il male assoluto, che i musulmani siano tutti terroristi o che vogliano conquistare il mondo, così come propagandato da certe sparate demagogiche. Come l’Italia negli anni trenta, così ora paesi come l’Iran sono attaccati perché la Sharia Islamica vieta la speculazione finanziaria e l’usura bancaria, praticata invece da quasi tutti i paesi occidentali, che però si definiscono democratici e moderni: se questo è il mondo moderno, noi ci ribelliamo.Siamo contrari a capitalismo e globalizzazione, quando con essi si intende usare come motore di vita l’esclusiva ricerca del profitto, cui tutto viene sottomesso e di cui l’uomo diventa solo strumento e perde ogni identità; lotteremo, infine, per abbattere contro uno dei principali strumenti di questa ricerca di profitto, il signoraggio bancario, cioè il modo di truffare e indebitare gli italiani attraverso la stampa della moneta.Ma, cosa più importante: non rinneghiamo niente e continuiamo a combattere per gli stessi ideali per cui hanno pagato tanti ragazzi prima di noi, nel Fronte della Gioventù, nel M.S.I. e anche prima del MSI.Siamo il male assoluto? Ne siamo fieri.Questa nostra umile battaglia politica la dedichiamo ai martiri delle Foibe, cui finalmente è stato riconosciuto il ricordo storico e giuridico come connazionali vittime della violenza del comunista Tito; ai tanti giovani, come Sergio Ramelli, Mikis Mantakas e i fratelli del Rogo di Primavalle, che per le nostre stesse idee hanno sacrificato la loro vita, ed è grazie a loro se ora possiamo lottare più liberamente: la Fiamma che arde nei loro Cuori fa ancora brillare la nostra Voglia di combattere.Infine, a tutti i Militari caduti per tenere alto il nostro Onore, la nostra Bandiera, la nostra Patria, nelle guerre africane, nei paesi slavi, in Iraq e in Afghanistan.Così, se mi permettete di ispirarmi alle parole di un Uomo da cui tutti dovremmo trarre esempio, Fabrizio Quattrocchi, che, di fronte alla Morte, ha continuato a vivere con fierezza: vi faccio vedere come lotta un Italiano!Eugenio Sibona, segretario regionale di Gioventù Italiana Emilia Romagna