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UNA VIA PER G.ALMIRANTE GRANDE UOMO DELLA POLITICA ITALIANA DEL DOPOGUERRA!!!

Post n°25 pubblicato il 24 Maggio 2010 da solodestra

Corso Isonzo a Ferrara diventa Via G.AlmiranteNella notte alcuni militanti di Gioventù Italiana Emilia Romagna (Bologna, Ferrara, Parma, Ravenna) hanno ricoperto le principali vie della città con una targa che porta il nome di Giorgio Almirante. Abbiamo voluto ricordarlo così, nell’anniversario della sua morte, chiedendo a gran voce l’intitolazione di una via cittadina all’uomo che senza dubbio ha fatto la storia della destra italiana cercando di cambiare anche quella della politica del dopoguerra. Durante la corruzione e il malgoverno della prima repubblica, Almirante rappresentò un mondo del tutto diverso, un mondo di ideali e di onestà.
Portò il testimone in tempi durissimi, quando sembrava non esserci spazio per una destra nel nostro Paese.
Vogliamo che le istituzioni riconoscano il grande valore politico del leader storico del Movimento Sociale Italiano, perché se questa possiamo chiamarla democrazia, è anche merito di Giorgio Almirante che contro ogni avversità del sistema di allora, riuscì a far in modo che noi, giovani d’oggi, potessimo esprimere la nostra idea. A Ferrara per ricordare Giorgio Almirante, l'importante via cittadina denominata Corso Isonzo diventa Via G.Almirante.

 
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Enzo il 07/03/11 alle 16:25 via WEB
Perché una via per Almirante: diciamo qualcosa di lui. Giorgio Almirante: figlio d’arte, figlio del regista di Eleonora Duse. Nato a Salsomaggiore nel 1914, a Torino conseguì la licenza liceale e alla Sapienza di Roma il dottorato in Lettere Classiche. Fu giornalista e redattore capo del quotidiano romano “Il Tevere”. Partecipò alla seconda guerra mondiale sul fronte nord africano come tenente di fanteria e fu decorato con la croce di guerra al valor militare. Dopo l’8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana e fu segretario personale di Fernando Mezzasoma. Dall’aprile del 1945 al settembre del 1946 fu latitante per sfuggire alle persecuzioni dei CLN e per vivere fece anche il venditore ambulante. Con alcuni reduci fondò nel 1946 il Movimento Sociale Italiano e ne fu il primo segretario nazionale. Fu eletto deputato nel 1948 e da allora ha sempre lasciato al Partito metà dello stipendio come lasciò tutto ciò che ereditava anche personalmente. Quel giovane che rifiutò la droga badogliana, che rifiutò la droga partigiana, quel ragazzo coraggiosamente volontario a Salò dove poteva solo perdere e morire per onore e fedeltà a un’dea, a una grande idea (non consegnare mai la Patria Italiana al capitalismo plutocratico d’oltreoceano e alla barbarie comunista, a quel materialismo bruto o capitalismo oligarchico di Stato ancor più feroce) seguì una concezione spirituale della vita e la socializzazione delle imprese in economia (cogestione e partecipazione degli operai agli utili).
(Rispondi)
 
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