GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

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La vera identità di Emanuele Brandi: Nero (20).

Post n°753 pubblicato il 18 Dicembre 2012 da sergioemmeuno
 

 

   Carla prende fiato quasi fosse un sub, poi si immerge nuovamente nella lettera di Emanuele Brandi – la seconda pagina –, dove presumibilmente arriverà sino agli abissi. Sino al cuore pulsante di lui, un uomo scollegato da tutti gli orologi del pianeta.

 

   Rieccoci Fatona.

Dunque, perdonami e capiscimi, tesoro, se nei nostri tre incontri non ti ho detto mai nulla riguardo ciò che ti svelerò ora.

   E’ stato tutto un percorso curioso, il mio, fin dai primi anni di vita. Devi sapere che sono figlio di un diplomatico ungherese e di una donna milanese, insegnante come te, e ho trascorso tutta la mia fanciullezza in giro per ambasciate, nei paesi del Mediterraneo, del Medio Oriente e pure nell’ex Unione Sovietica. Mia madre, a un certo punto, abbandonò la cattedra per dedicarsi alla propria passione: la pittura, salendo alla ribalta in pochi anni. Hai mai sentito parlare della grande pittrice naif conosciuta come Samara?  Ebbene, sappi che era la donna che mi ha fatto venire al mondo... una sensibilità di altre dimensioni! se hai mai visto le sue tele, in genere campagne e città sospese nella sera, capisci a cosa mi riferisco. Ed è per esprimere la mia più alta gratitudine, che scelsi poi di affibbiarmi il suo cognome.

   Ho conosciuto giorni meravigliosi, in cui io e mia sorella abbiamo avuto la fortuna di entrare a contatto con culture diverse. Fra tutte, ho bellissimi ricordi adolescenziali dell’Algeria, dove, a Gardaia, giocavamo con i bambini della periferia con bastoni e cerbottane. A scuola ci facevamo un gran culo per studiare l’arabo letterario, anche se eravamo sempre seguiti dagli insegnanti con un occhio di riguardo. In quelle aule spartane vi era un miscuglio di nazionalità e razze che non avrei più rivisto. Eppoi le scorribande per le oasi, saltando sui muri di terra e osservando quell’imponente distesa di sabbia trasfigurata dal tramonto… e una sera, Luce mia, baciai una ragazzetta dalla pelle creola e mi sentii felice e anche tanto confuso… non fare la gelosa però, eh!

 

   Ricordo pure la festa del sacrificio – l'Aid el kébir –, quando, ancora piccini, sui nostri occhi rimaneva impressa la scena delle pecore che venivano sgozzate. E ancora, il profumo inconfondibile delle mimose e i giri con mia madre al mercato, dove ogni banco vendeva non più di due o tre prodotti, e quindi toccava fare tante file per non rimanere a mani vuote.

   Ciò che mi è rimasto maggiormente a cuore è stato il senso della condivisione: era usuale dividere con gli altri pezzi di formaggio, dolci o fette di salame sottobanco.

   Poi il fulmine a ciel sereno: mia madre si ammalò e scomparse in pochi mesi. Tutto precipitò e iniziammo a vagare da ambasciata ad ambasciata… Papà, poverino, non sarebbe stato più lo stesso. Loro due erano legati da un cordone d’acciaio, seppure profondamente differenti.

   Era già tutto scritto, forse. Oltre a laurearmi in biologia, entrai in contatto casualmente con diversi gruppi secessionisti di minoranze etniche, dal giorno in cui un capo carismatico mi prese in simpatia. E sì, nel “nostro” Occidente si dà tutto per scontato e si pensa che la libertà sia un qualcosa che si può trovare sugli scaffali dei supermercati. Nulla di più errato: la libertà e la pace della propria comunità costa, eccome se costa!

   Ricordi, amore, la guerra in Cecenia negli anni Novanta? Ho visto cose che è straziante raccontare… spettri che giravano nella città di Grozny, bambini mutilati, il terrore al passaggio dei carri armati dell’oppressore… Ecco, sappi che collaborai in modo attivo con i separatisti e le Brigate Internazionali Islamiche per l’autonomia legittima di questo popolo minore.

 

Da molti anni, in certi ambienti della politica parallela, sono conosciuto come Nero. In soldoni, Fatona, cerco di reperire finanziamenti e faccio da collante fra politici e miliziani per sostenere svariate comunità indipendentiste. Certo, non pensare che la coscienza non mi abbia mai sussurrato di smettere e di rituffarmi in una vita normale… I pesi li sento, ma il senso della giustizia mi suggerisce di andare avanti senza esitazione.

Riguardandomi indietro, sono giunto alla conclusione che non sarebbe potuto essere diversamente: il mio destino era combattere per tutto ciò. E oggi sono a capo del Fronte Popolare delle Repubbliche Autonome, un progetto emergente che abbraccia tre continenti.

 

    Aspetto con ansia tue notizie. Presumo che ti sia successo qualcosa, sai dove trovarmi: fammi sapere! Nel frattempo ritorno a Milano perché, sai, nel tempo libero sono un biologo…

   Ti amo davvero. E sono pronto a tutto per combattere per Te, per Noi! Gli ostacoli non faranno altro che corroborare il nostro legame. Ne sono convinto.

                                                                                                                                

Un bacio vero,

                                                                                                                    Tuo Manu

 

   Carla richiude frettolosamente la lettera e la ripone nella borsetta. Il suo trucco si sta sciogliendo. E’ convinta di aver compreso molto di più, adesso, riguardo il cordone fra Sabri ed Emanuele. Vorrebbe anche lei un amore così, forse.

   Un amore in cui tutto si incastri e compenetri alla perfezione. Senza il minimo sforzo. Perché così vivono gli amanti veri: possono essere menti complesse o anime intrappolate in vite aggrovigliate, ma se si incontrano si riconoscono all'istante, e sono capaci di amarsi, contro tutto e tutti, nella semplicità,  scevri della minima percezione dello sforzo. Un amore incontaminato.

   E mentre rimugina e rielabora tutto ciò, si accorge di essere circondata da una congerie di figure col braccio alzato e dall’esalazione acre: finalmente è sulla metro.

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Link cap 19: http://blog.libero.it/GIORNISTRANI/11704469.html

 

Ndt: Ogni riferimento a vicende sociopolitiche è puramente casuale. La storia è frutto della mia immaginazione.

 

 
 
 
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