GIORNI STRANI

Monica e Alessio sul mare 1


    Ale e Monica soli, in tenda. Sull'orlo del mare.      <<Davvero incantevole questo posto>>, disse entusiasta Alessio.   <<Già. E lo conosciamo da poco. Non molto lontano da qui ci dovrebbe anche essere un sito di tombe etrusche.>>    Di repente si ammutolirono: si percepiva un lontanissimo brusio di voci querule e un clangore che somigliava al trascinamento di catene.    <<Cosa diavolo sarà mai? C’è qualcuno?>> gli chiese preoccupata la bionda.   <<Non dire nulla>>, la zittì Alessio, assicurandosi di avere a portata di mano il coltellino personale. In seguito, non ancora  abbandonato dalla  ragione, ebbe l’accor-tezza di spegnere il fuoco accuratamente per non inviare alcun segnale. Quindi si girarono verso sud-est, ossia dalla parte dell’insenatura da cui erano venuti, sdraiandosi proni sulla sabbia nel tentativo di mimetizzarsi il più possibile, accanto alla tenda. Erano a riparo da qualsiasi sorpresa, sia perché le loro spalle erano protette dalla parete di un piccolo rialzo di terreno incolto, sia per il buio pesto calato sulla zona. Si scorgevano unicamente, da lontano, le fioche luci dei primi stabilimenti balneari.    Eppure il loro timore andava dilatandosi, all’unisono con i respiri, di secondo in secondo; fino a quando i due intravidero alcune figure sulla riva.    <<Guarda che roba… a occhio e croce saranno a cento metri da noi>>, disse con la voce rauca il riccioluto.    <<Ma cosa caspita dici? Per me sono a cinquanta metri… Cazzo Ale… ma chi sono?… Sembrano allineati e portano, portano fiaccole… sono invasati… pupazzi umani… speriamo non si accorgano di noi no… che non ci… ci vedano…>> barbugliò confusa la ragazza, senza più una goccia di saliva, adesso cerea in volto come mai si era vista.    <<Non so… senza dubbio non sono buddisti né catecumeni… Cristo, ci mancava pure la luna che esce allo scoperto.>>