GIORNI STRANI

La condanna di Rebecca Fois 1


   Aveva quarant’anni e non le mancava nulla: affermata nel lavoro come rampante dirigente di una multinazionale farmaceutica; frequentava moltissimi amici con i quali condivideva giornate all’insegna dello sport, dello shopping fra le bancarelle e le vie del centro, settimane bianche, gite in barca e trasvolate oceaniche; infine, come se non le bastasse, era di una bellezza davvero elegante e appariscente, i cui due elementi di spicco erano l’altezza (un metro e settantacinque circa) e i corti capelli bruni, appena più sotto della nuca, che evidenziavano quel volto tremendamente sveglio e quegli occhi mai in condizione di quiete.   Occhi mobili, liquidi.