GIORNI STRANI

Stanchezza fisica e stanchezza mentale


    Sussiste una differenza evidente fra stanchezza fisica e stanchezza mentale? Credo proprio di sì.   La prima, a mio parere, può essere un qualcosa di veramente gradevole. Or ora mi riaffiorano meravigliosi ricordi, all’epoca della fresca gioventù, quando andavo a lavorare per i campi di Tarquinia, tagliando i grappoli d’uva dai filari, o peggio ancora raccogliendo da terra i pomodori – una mano santa per le ginocchia - per  deporli nella cassetta. Sveglia alle sei, zainetto sulle spalle, e andavo col mio amico Claudio a partecipare al massacrante rito dei pomodori. Durante la pausa di pranzo, puntualmente tutti i giorni fagocitavo una squisita insalata di riso dentro un cubo 3 x 3 della frigoverre… Essendo estate, a volte, quando terminavamo verso le cinque, ci catapultavamo sulla spiaggia lì vicino, sudati e sporchi di pomodoro… e ci tuffavamo accaldati nel mare. Mi ricordo che mi presi addirittura una brutta tosse, ma ciò non mi scoraggiò dal perseverare nel tuffarmi in acqua.  Alla fine della giornata ero distrutto, ginocchia, gomiti e schiena dolevamo; tuttavia nell’animo ero lucido e felice, perché avevo dato tutto me stesso all’aria aperta nei campi, e in compagnia di un caro amico.      Stanchezza mentale. Questa è un brutto malanno… giacché non ha origine dal fisico. E quanto più passano gli anni tanto più capitano periodi del genere. L’accumularsi di giornate in cui al lavoro si sommano svariate faccende da sbrigare; orari diversi di lavoro; il cambio delle consegne fra le stagioni, qualche nottata in cui non si è dormito in modo profondo… tant’è che quando sei stanco dentro, ti senti come se fossi un’apparecchiatura con batteria quasi scarica… Fatto emblematico: ti senti svuotato e svogliato già la mattina, quando levi le chiappe dal letto, e la sveglia la odi più del tuo peggior nemico… vai al bagno, faccia sotto l’acqua gelida, fai colazione, pensi cosa devi fare nella giornata, accendi la TV, ti lavi i denti, fai i bisognini, la tua coscienza ecologista  sussurra che forse è meglio spegnere la TV se non la guardi, riprovi a rimettere il bel faccione sotto l’acqua gelida, e pensi che stavolta funzionerà, pensi pensi pensi. A cosa pensi? Non lo sai, perché i pensieri non decollano, sono come ingombranti volatili che corrono ma non potranno mai spiccare il volo. Quale diabolico paradosso: sei stanco anche se i pensieri girano a vuoto e stai immobile...   E allora è bene dotarsi di un accumulatore di energia: naturale o artificiale non importa… purché funzioni e ti trasmetti la volontà di vivere in modo dignitoso. Hola! p.s. Mi sento in dovere di dire che il brevetto dell'accumulatore di energia è di JoyMusette!                     ecco il link:       http://blog.libero.it/imperfezioni/10649256.html