GIORNI STRANI

IL PIUMINO ROSA


 Ho ritrovato in un portasapone di porcellana bianco, decorato con tralci di lillà che faceva parte di un set da toilette risalente agli anni ’20, appartenuto al mio nonno materno, un piumino color rosa sbiadito e ormai indurito al tatto. L’insigne piumino ha un’età avanzata e sono certa che non si offenderà se la dichiaro: esso ha compiuto quarant’anni.Alla sua vista inaspettata, subito sono riaffiorati alla mente gioiosi ricordi della mia infanzia, perché, con quel piumino, mia madre mi ricopriva il corpo di borotalco ovviamente Roberts, dopo il bagno del sabato sera.Rammento che la mamma verso le 18. 30 di ogni sabato pomeriggio, preparava l’acqua nella vasca e, inumidendosi il dorso della mano, si accertava  che la sua temperatura fosse equilibrata; poneva il mio accappatoio sul termosifone affinchè fosse caldo nel momento in cui sarei uscita dalla vasca e infine mi chiamava per l’atteso bagno.Io, accorrevo subito al suo invito felice all’idea di sguazzare nell’acqua.Durante il bagno, avevo in mano una spugna di color verde pastello e la mamma mi insegnava come detergermi il corpo, in modo da acquisire maggiore autonomia, come sovente accade durante i primi pranzetti di un bimbo: la mamma imbocca il piccolo che tiene nella sua manina un cucchiaio di medie dimensioni  che, immerge, su esempio materno, nella minestrina  di brodo vegetale e prova a portare da solo alla minuscola bocca, versandone qua e là piccole quantità.Una volta lavata e risciacquata, chiedevo sempre alla mamma se potevo rimanere a giocare un po’ in acqua e lei acconsentiva sempre.Appena mamma usciva dal bagno e andava a ricomporsi, mio fratello giungeva ed entrava in vasca con me: che divertimento! Schizzi fino al soffitto, giochi nell’acqua! Ricordo che ci piaceva giocare ai “telefonisti” fingendo che la doccia sul gruppo vasca, a quei tempi cromata ma molto meno sofisticata di quelle in uso corrente, fosse il ricevitore del telefono.Dopo un po’ di tempo, ricompariva in bagno la mamma con sguardo di rimprovero, osservando il pavimento ben bagnato dai nostri giochi acquatici. Ricordo che diceva sempre:” Coraggio, fuori dall’acqua! Ho fretta devo preparare la cena !” che il sabato sera consisteva sempre in filetto e patatine fritte.Una volta fuori dall’acqua, la mamma porgeva a me e a mio fratello, due accappatoi di spugna bianca ,orlati da una fettuccia bianca e celeste a quadrettini; li aveva confezionati mia nonna, poiché negli anni ’50 c’erano ancora pochi negozi di abbigliamento per bambini.Dopo averci asciugati, la mamma prendeva il borotalco e ce lo distribuiva sul corpo  con “quel piumino” all’epoca color rosa, morbidissimo e soffice.Ora, ho messo il piumino nella mia scatola dei ricordi e tutt’ora profuma vagamente di borotalco e abbondantemente di materna ed amorevole premura.Cris