GIORNI STRANI

Incontro con Gabriel e la Storia 1


    
      Strambo il primo incontro da solo con Gabriel. Dopo la performance della “dama bianca”, alias Laura, mi rifugio sulla spiaggia dietro la pineta. Il mare aperto, i suoni di sottofondo e la voce calda e sicura del precettore, nonché il suo profumo di tabacco.La coda del sabato, fra poco si entrerà nella domenica, il culmine sportivo della manifestazione: su questi lidi ci sarà chi riderà, ma anche chi verserà lacrime per essere stato schiantato dall’avversario.<<Pensieroso? L’importante è giocarsela con dignità. Poi si può anche perdere>>, mi sussurra. Si siede accanto a me, con le chiappe sull’arena umida. A un paio di metri il mare gorgoglia. È una pace quaggiù. Il luogo ideale per ogni confessione, ma anche per intese di qualsivoglia natura. Ad alcune decine di metri, fra una tenda e l’altra, qualche coppia o gruppetto in sacra contemplazione. Più in là ancora, già dalla vasta pineta, arrivavano seppure smorzati i primi schiamazzi delle tribù verdi. Le classiche canzoni accompagnate da una chitarra, barzellette, corteggiamenti, persino gavettoni.La sua vicinanza mi mette un pizzico di soggezione. <<Stasera qualcuna t’ha fatto svalvolare, eh? Sfogati regazzi’.>>     <<Non ti sfugge nulla. Hai un satellite personale?>>      Sorride. <<Se tu potessi, chi sceglieresti fra Laura e Monica?>> L’arguto cerca di inserirsi con garbo nella mia intimità.<<Tu cosa mi consigli>>, gli ripasso la palla.Ci pensa un po’: <<Non posso darti una risposta unica>>.<<Che significa?>><<Dipende dalla prospettiva. Mi dovrei calare in tre o quattro figure differenti.>> <<Allora prendi la corda e calati.>><<Ok. Dunque, se fossi un maestro malato di estetica, ti direi di bere da ambedue le sorgenti.>> Un ghigno.Ascolto con interesse: <<Mica male l’idea>>.<<Se fossi un tuo amico, ti direi: “lasciamene una per me”.>><<Un amico veramente disinteressato.>>Secondo ghigno. <<Se fossi tua mamma, infine, ti direi: “cocco di mamma, lascia sta’, non fanno per te!”>> <<E perché mai?>>      <<Non le vedo come mogli ideali, in grado di dare calore e serenità a mio figlio.>><<Forse perché sono due “ragazze moderne”, che non hanno in testa il principio di una famiglia vera?>> <<Bah, vai al sodo Dani, sono tipe ambiziose. Pupe tremendamente am-bi-zio-se.>><<D’altronde per diventare medici ci vuole ambizione.>>      <<Sì, ma credimi, il male è quando si è ambiziosi in tutto. E loro lo sono. Così si finisce per fare terra bruciata attorno.>>  Quindi gli chiedo, per concludere, l’autorevole giudizio in qualità di sommo rettore dell’Officina.       Sorprendente la risposta: <<Non ti devi far coinvolgere da nessuna delle due>>. <<E se fossi un allievo, a chi batteresti i pezzi?>> Forse non avrò più altre  occasioni per stare da solo con lui, sicché voglio sfruttare queste improponibili condizioni.<<È un dilemma.>> Certo è che qui la Storia ci sta bussando alla porta.