GIORNI STRANI

Il calzolaio dell'anima antica di Sìagora.


  Siamo nel glorioso Vicolo di Santo Spirito... il nostro olfatto viene assalito dalla fragranza calda e forte del cuoio. Ci rendiamo subito conto che siamo nei pressi della tana del maestro delle scarpe, Amilcare. Qui, nell'anima antica di Sìagora, la metropoli tirrenica. Sono ormai come le mosche bianche, questi artigiani al servizio dei nostri piedi. Nella bottega, la materia è scura, spessa, dura, pesante. Sembra debba richiedere – per essere modellata – nient’altro che uno sforzo bruto e privo di sensibilità.   Tuttavia l’artista, avviluppato dal fortore del cuoio, è estraneo a una qualsiasi azione rude e meccanica: impiega i trincetti come pennelli invasati, e le suole, attingendo forma da un misto di osservazione realistica e di immaginazione, vengono private con pazienza dell’inutile per esser messe al servizio dei piedi di poveri e di ricchi. E per gli occhi è un mero diletto vederlo all’opera.Eccoli, guardateli or ora: stivali, mocassini, scarpe con tacchi a spillo e lustrini, probabilmente avvolgenti i piedi di donne fascinose; e ancora, scarponcini in pelle e in camoscio, deliziosi zoccoli in legno, sandali e ciabatte vissute: sono perfettamente allineati e orgogliosi, come ufficiali gentiluomo di accademia. Arriverà il turno per ognuno di loro. Una piccola tregua per Amilcare, una sigaretta in una mano e una tenaglia nell'altra. La sua bottega è di modeste dimensioni, ma, chissà grazie a quale prodigio, è capace di ospitare l'intero campionario delle scarpe che calpestano l'abnorme metropoli dalla doppia anima..