GIORNI STRANI

Il ministro dell'Ordine


                                                Il ministro dell’Ordine                                                                                               Stende la serasovranala sua infida rete sull’ecumene. Così tu,sorvegliantealtera e dormiente,tessi come ragno paziente,con ordine,fili di setaattorno al tuo anellodi napijszar. Mi avvicino.Rifulgono e mi chiamanoi tuoi globi algidi,carceriera dello spirito;cedo alle tue lusinghe…necessito solo di ordine.                                                …le tue voluttuose tenagliemi serrano…o NO! Sono immoto:madido abbraccio letaleverso l’agognato obliodi pantani e di gole,intasatida carne compiacenteadornadi ciondoli e di cateneunti da vischiosasevera ironia…creami ordine. O capricciosa mantidedalla veste blasé:eccomi!Mentre mi offro vigoroso e docilecome linfa vitale,perchéTu solo saiaddomesticarei miei furorie le mie solitudinie ogni altra intemperanza.Del Tuo impuro desìo -onore o pena che siauna tal malsana poesia -io sarò sempreun discepoloimpavido e devoto:una creaturadell’Ordine. Sempre:felice in Tefelice per Te,avvoltodal teporedel Tuo scialle porporadi Orenburg.Ora,a poco a poco,esanimein Te.