GIORNI STRANI

Killer instinct: essere pronti in quei momenti che contano...


  
        Diciamoci la verità: i nostri giorni si sono fatti assai più strani, nel corso dei decenni, ma la sostanza è sempre quella: si può essere belli, buoni, bravi, brillanti, affascinanti (caricate su), ma per quel che mi riguarda, nella vita le colonne portanti sono due – dicasi due: la forza di carattere, che ti fa oltrepassare ogni muro, ogni fiume, ogni palude, ogni tempesta di acqua e di sabbia; e l'attitudine di essere pronti e centrare i momenti che contano.    Soprattutto nell'ambito sportivo, gli anglosassoni chiamano quest'ultima capacità the killer instinct, e presuppone la capacità di riconoscere i nostri momenti cruciali. Un mix diabolico di lucidità, freddezza, cinismo buono, audacia e incoscienza; insomma, talvolta, quando sentiamo squillare le trombe, non ci deve essere spazio per ulteriori pensieri e dubbi... Lanciarsi e via! Nel lavoro, negli affetti, nei progetti personali, nella salute.      Tutto ciò ve lo dice uno che si ritiene orgogliosamente un “romantico” della vita (non mi riferisco banalmente ai tramonti); uno che, come molte persone qua dentro, si è reso conto che essere “troppo sensibili” può portare delle sofferenze lancinanti, perché tutto viene amplificato e si vive a una velocità diversa dalla massa…   E di questa sofferenza o rodimento (o chiamatela come desiderate), fra i corridoi della Città-stato della Community, ne sento, eccome se la sento. D’altronde, in caso contrario, che senso avrebbe aprire e curare un blog?    E perché tutto questo mio preambolo? Presto detto. Questo mese sarà fondamentale per le sorti della mia passione morbosa ormai ultraventennale, che non dirò esplicitamente, ma che non è difficile intuire: avrò una risposta per telefono molto, immensamente importante.  Anche due mesi fa attesi l’esito di un altro match, sapendo bene che mi addentravo e confrontavo in un territorio culturale ideale per il mio lavoro: se avessi ricevuto una risposta negativa, sarei caduto di sicuro in uno stato di depressione. Invece mi è pervenuta una risposta positiva, seppure non ho poi accettato la proposta per motivi di pecunia, ma per me è stata comunque una bella vittoria. E l’ultima spiaggia si è spostata più in là.       Ora eccomi qui, forse è l’ultima spiaggia, dopo due anni in cui hai dovuto fare pure qualche altra cosetta, perché la giornata è anche e soprattutto un'alienante esecuzione di istruzioni.   C’è quest’altro appuntamento a cui, destino permettendo, non posso fallire. Oltre… ci potrebbe essere poco o nulla, ormai. Devo essere realistico. E mentre lo penso, sento il sapore del ferro dolce in bocca.    Se mi dice male, stavolta, mi farò molto male: e maledirò tutto ciò di diverso che è in me.   E' comunque sempre meglio giocarsi e misurarsi con certe possibilità piuttosto che rimanere seduti a guardare le altre vite...   La sconfitta più disonorevole è dove regna la rinuncia, la rassegnazione, la mancanza di passione; e nelle relazioni con i propri simili, la grande sconfitta è il non voler assumere, almeno per una volta, la prospettiva dell'Altro.Buenos dias! -----------------------------------------------------------------------------------------------------------p.s. perdonatemi il post un pochino ermetico, ma lo dovevo fare... p.s. 2 nella foto, un terrificante dritto a sventaglio di Roger Federer.