GIORNI STRANI

Io,PETRA,fuga in Normandia


Si tolse le scarpe con un calcio e si distese sul letto per riposare,rimettere in sesto i suoi pensieri dopo una lunga giornata di lavoro.Fece dei respiri profondi per cinque lunghi minuti,cominciò a mordicchiarsi le unghie già corte,cosa che non faceva da più di vent'anni,e alzò i piedi in una posizione che l'avrebbe fatta sentire più rilassata: i capelli color mogano le attorniavano il viso deciso,fermo,due occhi color castagna ed una bocca sensuale.Aveva meno di sessant'anni,due figli maschi,trentasei e quarantacinque anni,una femmina di ventisei e un marito di sessantacinque. Era in crisi,una crisi iniziata da giovane sposa e che ancora si protraeva,ma non concepiva, ora in assoluto.Aveva lavorato nel commercio,era riuscita dopo una vita di rinuncie e sacrifici assieme al marito (nel momento difficile lui si era ritirato) a costruire un patrimonio. Donna attiva,piena di creatività,voglia di competere e predisposizione manageriale: telefoni fax,telefonini,computer, tutto passava dalle sue mani,tutto passava in codice a discapito dei figli e del marito che non capiva nulla o quasi.Così avvenne il crack...qualcosa scatto un giorno nella sua mente e decise di partire per la Nomandia,fermarsi in Toscana al ritorno se mai ci fosse stato:lasciare tutto per un periodo più o meno lungo e riflettere sulla sua vita e su se stessa. Si ritrovava femminile e repressa nel suo essere donna; in famiglia,col ruolo di madre ( essendo i due figli grandi già sposati) non più proprio.Aveva un marito piacente per gli altri,ma senza nessuno stimolo nei propri confronti, che riuscisse a stuzzicarla nella sua vanità. Anzi lui faceva di tutto per creare un vuoto, e nella sua stupidità se ne grogiolava,riponendo tutte le fatiche mentali nel suo orticello,dove coltivava: prezzemolo,cavoli,basilico e peperoni.E di tutto ciò se ne entusiasmava come un vero contadino. E Petra continuava ad alimentarsi di numeri,ricevute bancarie,BOT, soldi...mentre le delusioni l'aspettavano occhieggianti all'angolo,ogni sera all'uscita del negozio.Quindi un bel giorno decise: nella valigia infilò tailleur,scarpe con tacco alto,jens,magliette colorate,cardigan,foulard,tanti libri.Lasciò solo un biglietto con poche fredde parole,senza una tenerezza.Il sentimento di lei era lintano: come un bicchiere di cristallo con la sua bella figura,ma con all'interno,nulla senza una goccia di vita.Una Normandia fredda e spettrale apparve ai suoi occhi,come il suo amore nullo. Arrivò nel pomeriggio inoltrato: niente rumori,nessuna auto,poca gente,bimbi e vecchi,cinque o sei in tutto,che passeggiavano come fantasmi lungo il litorale della città...piccola e silenziosa con i suoi 5500 abitanti.Si trovava in compagnia di se stessa e del mare, che lambiva i suoi ricordi sino a farli ingrossare nel passato;un passato che si gonfiava a mano a mano,che emergeva dalla memoria,prendeva forma e volume in un paese straniero,ricco di storia e di silenzi. Le onde avanzavano sottoforma di pagine,pagine di vita.Si sedette accovacciata sulle gambe,il viso rivolto verso un grigio orizzonte e il vento sferzante sulle guancie...le pagine venivano sfogliate piano,co religiosità. Ogni onda era come una pagina letta,la vita era come gettata al vento.2500km la dividevano da una Calabria colma di sole e di mare azzurro,ma anche da un marito indifferente,un bambino,colmo di restrizioni e pregiudizi,privo della minima cultura,borioso,strasicuro che sarebbe tornata. Si sentì libera e scoppiò in una risata sonora e viva che la riportò sulla riva della Normandia:una giovinezza mai vissuta e ritrovata.Immerse i piedi e si lasciò lambire dolcemente dall'acqua: un vero e proprio lavaggio dell'anima.Non ricordò nulla...osservò il mare: bassa,alta marea, il suo presente il suo futuro erano lì in quella terra!