GIORNI STRANI

Pensieri postumi al post di Ghostwriter, il numero dei commenti e… le perdite dei balconi…


 Salve a tutti.   Oggi vorrei gettare là qualche pensiero finale sul post del virtual sex. A freddo.    Innanzitutto, a rischio di essere noioso – ma la tastiera è figlia di puttana nel generare equivoci e illusioni –, vorrei sottolineare un aspetto che qualche volta, negli ultimi mesi, è stato accennato da qualche amico/lettore: in questo blog, non ho affatto il chiodo del numero dei commenti, ci tengo a dirlo, è un’idea che mi manda fuori dai gangheri. Semmai, la “quantità” è un qualcosa che terrò in considerazione in altri circuiti (non lo dico per pudore, ma avete capito), ma non qua, dove fra l’altro la competizione la trovo un comportamento idiota. Questo mondo lo interpreto come una comunità, una piazza… da qui la mia dispersione in tutti gli argomenti possibili; del resto, nella vita reale sono fatto così davvero e parlo di tutto e quasi con tutti. In privato chiarirò questo aspetto con i miei amici interessati; con due persone a dir poco squisite e di una moralità invidiabile l’ho già fatto.   Lo dico, perché quando sento certe cose ci soffro un pochino.    Punto due. Si è detto moltissimo sul tema del virtual sex. In linee generali, non è che si possa dire sia una pratica tanto “normale”. E’ indubbio che spesso, dietro, ci sia frustrazione, difficoltà di relazioni sociali, desiderio di sperimentazioni e bizzarrie, voglia animalesca di svuotarsi (ciò riguarda i Man), esibizionismo… Però non mi piace neanche considerarla una deviazione: la zoofilia, le buste in testa, i pesi al collo sono pericolose deviazioni; e ci metterei pure esibizioni outdoor sotto gli occhi di chi non vuole vedere certe scene hot. Insomma, non è detto che dietro il v.s. ci sia sempre e comunque squallore e pornografia nell’accezione negativa. Dipende da chi c’è dietro e le proprie intenzioni; magari chiede affetto, confronto, conforto, per quanto ciò sembrerebbe, anzi, statisticamente è più una prerogativa femminile. E questo lo dico da non amante della pratica della webcam, eh…   Porto anche un paradosso, e i paradossi a volte possono spezzare certi recinti e rigidità. Mettiamo che un tizio racconti in maniera sobria (si può fare) di esperienze di virtual sex e diventi un bestseller,  acclamato da critica  e pubblico: non ci allontaneremmo, forse, dall’idea di squallore originaria? E se Van Gogh ne avesse fatto un quadro? In finale, ditemi se mi sbaglio, la Julia Robert di Pretty Woman, non ci ha reso forse l’immagine di una meretrice (si badi il termine)  più “umana” e meno deprecabile? Magie del cinema e dell’arte. Cos’ha di diverso, lei, dalle meretrici del Tiburtino? Ho fatto questo esempio perché quel film è rimasto nel cuore di tutti, un esempio, a mio avviso, di un romanticismo postmoderno, oserei dire borderline…   Le persone e soprattutto i loro Occhi, fanno la differenza.     Poi, si è convenuti sul fatto che l’importante sia capire l’origine di certi atteggiamenti, pensieri o desideri. D’accordissimo, guardarci dentro è doveroso, ma mi sento di aggiungere che non riusciremo mai a dare una spiegazione netta a ogni nostro “processo”, ci sono spesso diverse concause, e non di rado le ignoriamo.   Essendomi fatto da anni una cultura sui balconi e le impermeabilizzazioni, mi viene da pensare all’infiltrazione di un balcone: uno sfascia in quel punto perché pensa l’acqua entri più o meno in prossimità della perdita e… invece, capperi!, l’acqua s’infiltra di lato alla distanza di due o tre metri! Ma com’è possibile? Ci domandiamo. Eppure è così… l’acqua segue tutto un percorso proprio…   L’unica cosa certa è la percezione globale che abbiamo di noi stessi, l’unico termometro è il nostro equilibrio generale. Come un grande puzzle. Grazie dell’attenzione, scusate la pedanteria... e saluti a todos.