GIORNI STRANI

Sergiolino, Oxygene 2 e il Tempo del-non-so (2).


    Si mette a sedere dirimpetto a me, il bimbo gracilino.Seguono dieci minuti di vuoto assoluto, nessuna domanda, nessuna risposta: siamo fra le linee di forza del campo del “mondo del potenziale”… tuttavia sono più io ad essere in imbarazzo. Sergione     <<Un bicchiere di aranciata?>> Sergiolino  << Non ricordi più nulla, eh?! Il chinotto mi piace…>>  Sergione    <<Ah, scusa… mannaggia i pescetti… tieni qua.>>  Sergiolino  <<Pescetti? Ma come mi parli?>> Sergione    <<Scusa Sergiolì, scusami.>>  Sergiolino <<Voi grandi la dite spesso questa parola.>> Poi guarda sopra la mia testa e affonda: <<Sei felice?>>  Sergione    <<Mmm… che domande, Sergiolino… è lunga e complessa la questione…>> Sergiolino  <<La domanda per me è semplice: siete voi grandi a vedere le cose tutte difficili.>> Sergione    <<Metà si e metà no.>> Sergiolino <<Non mi piace la risposta. O sì o no.>> Ormai i suoi occhi mi braccano. Mi sento  come un uomo al muro, la cui vista è chiusa da un branco di cani randagi. Via di fuga non c’è:   opto per la sincerità. Sergione    Quanto più passa il tempo tanto più mi rendo conto che devo essere sincero: <<No,  Sergiolino, no.>> Sergiolino  <<Perché.>> Sergione   <<Forse sono, anzi… abbiamo sempre pensato troppo, io e te… ricordi? Forse per le troppe cose che uno fa… forse perché doveva andare così, tesorino…>> Sergiolino  <<Lo so, quando mi lasciano da solo di pomeriggio, sono solo, penso tanto e più penso… e più mi sento solo. Volgio un fratellino.>> Sergione    <<E già, con quel cavolo di DSE sulla Rai e la musica di Jarre, Oxygene 2, ce l’abbiamo in testa, eh?>> Sergiolino  <<Mettila qua, sul… come si chiama questo diario?>> Sergione    <<Si chiama blog, blog, Sergiolino. La facciamo sentire a tutti?>> Sergiolino  <<Sì, sì… mettila qua dentro. Eppoi, ripeto sempre il mio nome e cognome, tantissime tantissime volte…>>   Sergione    <<Ricordo, e già… Sei sveglio, sai.>> Sergiolino  <<So  già  leggere, eh!  Peccato che…  mi… “ci”? Ci  siamo rovinati crescendo! E  guarda quanto sei ciccione! Fai un bel lavoro? Una principessa l’hai trovata?>> Sergione    <<Ma se ti dico tutto adesso, poi cosa farai? Capisci ciò che dico?>>  Sergiolino <<Non so tutte le tue parole, Sergio.>> Ora muove le manine con una grazia impressionante. <<Però capisco perché… “sento” quando parli…>> Simula un qualcosa che somiglia a onde. Sergione    <<Non posso raccontarti il futuro, mi spiace. Non voglio condizionarti.>> Sergiolino  <<Non capisci. Dopo che vado via da qua, poi non ricordo niente.>> E’ buffo quando cerca di spiegarmi certi concetti, dato che conosce ovviamente solo il “tempo presente”. Sergione    <<Dai, che andrai forte.>>    Il bimbo giocherella con i boccoli, una ventata sorvola le nostre teste: la profonda Nostalgia del-non-so  ci impregna di una miriade di pensieri non fecondati. Pensieri vergini. Pensieri in attesa di essere colonizzati da un’idea precisa.   È giunta l’ora: mi deve lasciare. Un dannato magone, sadico, modella le pareti del mio stomaco.  Sergione  <<Sergiolino>>, lo guardo, anzi, lo penetro, anzi, ci compenetriamo. E’ meraviglioso. Magari fosse così quando mi osservo allo specchio. <<Scusa per quello che ho fatto. Scusa per tutto ciò che potevo essere e non lo sono stato…>>  Sergiolino  <<Non devi chiedere scusa. Io e te siamo solo due punti.>> Lo osservo attonito. Lui prende un pezzo di carta e disegna una linea e due punti. <<Vedi questi due punti? Io sono A e tu sei B… Tu non centri nulla con la linea.>>  Sergione    <<Sergiolì, inizio ad avere il mal di testa! Te prego! E… quindi?>> Sergiolino  <<La linea è il Tempo-del-non-so.>> Sergione    <<Senti, e se dicessimo qua, a tutta la community, ehm… un nostro grande segreto? Una cosa che sappiamo solo io e te?>> Sergiolino   <<Tu sei scemo!>>  gracchia, diventando paonazzo.    Ci stringiamo con un sentimento indescrivibile. Non è amore. E’ il Sentimento del-non-so. Vai Sergiolino, vai… e in bocca al lupo.    La schiena mi fa un male boia. Manco avessi preso mille bastonate da una tribù della Papuasia, o da una banda di ragazzacci del quartiere buio di Marsiglia.    Mi viene un grosso dubbio: Sergiolino ricalcherà le mie orme o… seguirà un percorso diverso?