Si mette a sedere dirimpetto a me, il bimbo gracilino.Seguono dieci minuti di vuoto assoluto, nessuna domanda, nessuna risposta: siamo fra le linee di forza del campo del “mondo del potenziale”… tuttavia sono più io ad essere in imbarazzo. Sergione <<Un bicchiere di aranciata?>> Sergiolino << Non ricordi più nulla, eh?! Il chinotto mi piace…>> Sergione <<Ah, scusa… mannaggia i pescetti… tieni qua.>> Sergiolino <<Pescetti? Ma come mi parli?>> Sergione <<Scusa Sergiolì, scusami.>> Sergiolino <<Voi grandi la dite spesso questa parola.>> Poi guarda sopra la mia testa e affonda: <<Sei felice?>> Sergione <<Mmm… che domande, Sergiolino… è lunga e complessa la questione…>> Sergiolino <<La domanda per me è semplice: siete voi grandi a vedere le cose tutte difficili.>> Sergione <<Metà si e metà no.>> Sergiolino <<Non mi piace la risposta. O sì o no.>> Ormai i suoi occhi mi braccano. Mi sento come un uomo al muro, la cui vista è chiusa da un branco di cani randagi. Via di fuga non c’è: opto per la sincerità. Sergione Quanto più passa il tempo tanto più mi rendo conto che devo essere sincero: <<No, Sergiolino, no.>> Sergiolino <<Perché.>> Sergione <<Forse sono, anzi… abbiamo sempre pensato troppo, io e te… ricordi? Forse per le troppe cose che uno fa… forse perché doveva andare così, tesorino…>> Sergiolino <<Lo so, quando mi lasciano da solo di pomeriggio, sono solo, penso tanto e più penso… e più mi sento solo. Volgio un fratellino.>> Sergione <<E già, con quel cavolo di DSE sulla Rai e la musica di Jarre, Oxygene 2, ce l’abbiamo in testa, eh?>> Sergiolino <<Mettila qua, sul… come si chiama questo diario?>> Sergione <<Si chiama blog, blog, Sergiolino. La facciamo sentire a tutti?>> Sergiolino <<Sì, sì… mettila qua dentro. Eppoi, ripeto sempre il mio nome e cognome, tantissime tantissime volte…>> Sergione <<Ricordo, e già… Sei sveglio, sai.>> Sergiolino <<So già leggere, eh! Peccato che… mi… “ci”? Ci siamo rovinati crescendo! E guarda quanto sei ciccione! Fai un bel lavoro? Una principessa l’hai trovata?>> Sergione <<Ma se ti dico tutto adesso, poi cosa farai? Capisci ciò che dico?>> Sergiolino <<Non so tutte le tue parole, Sergio.>> Ora muove le manine con una grazia impressionante. <<Però capisco perché… “sento” quando parli…>> Simula un qualcosa che somiglia a onde. Sergione <<Non posso raccontarti il futuro, mi spiace. Non voglio condizionarti.>> Sergiolino <<Non capisci. Dopo che vado via da qua, poi non ricordo niente.>> E’ buffo quando cerca di spiegarmi certi concetti, dato che conosce ovviamente solo il “tempo presente”. Sergione <<Dai, che andrai forte.>> Il bimbo giocherella con i boccoli, una ventata sorvola le nostre teste: la profonda Nostalgia del-non-so ci impregna di una miriade di pensieri non fecondati. Pensieri vergini. Pensieri in attesa di essere colonizzati da un’idea precisa. È giunta l’ora: mi deve lasciare. Un dannato magone, sadico, modella le pareti del mio stomaco. Sergione <<Sergiolino>>, lo guardo, anzi, lo penetro, anzi, ci compenetriamo. E’ meraviglioso. Magari fosse così quando mi osservo allo specchio. <<Scusa per quello che ho fatto. Scusa per tutto ciò che potevo essere e non lo sono stato…>> Sergiolino <<Non devi chiedere scusa. Io e te siamo solo due punti.>> Lo osservo attonito. Lui prende un pezzo di carta e disegna una linea e due punti. <<Vedi questi due punti? Io sono A e tu sei B… Tu non centri nulla con la linea.>> Sergione <<Sergiolì, inizio ad avere il mal di testa! Te prego! E… quindi?>> Sergiolino <<La linea è il Tempo-del-non-so.>> Sergione <<Senti, e se dicessimo qua, a tutta la community, ehm… un nostro grande segreto? Una cosa che sappiamo solo io e te?>> Sergiolino <<Tu sei scemo!>> gracchia, diventando paonazzo. Ci stringiamo con un sentimento indescrivibile. Non è amore. E’ il Sentimento del-non-so. Vai Sergiolino, vai… e in bocca al lupo. La schiena mi fa un male boia. Manco avessi preso mille bastonate da una tribù della Papuasia, o da una banda di ragazzacci del quartiere buio di Marsiglia. Mi viene un grosso dubbio: Sergiolino ricalcherà le mie orme o… seguirà un percorso diverso?