GIORNI STRANI

Riverbero, aprile, una manciata di passi...


      
          Il riverbero sull'asfalto frigge e scalfisce e reclama il risveglio dai torpori. È un aprile che non c'é, stamani, così pungente. I brusii delle formiche operose - donne e uomini del domani - sconfiggono la pigrizia del mio capo: da una finestra, lassù, una mano familiare fa un cenno, e mi accorgo che il cielo è terso. Gli occhi celati di un cane spaesato, sotto la frangetta tenera, sono fissi nella mia direzione.        Un padre e la piccola continuano verso l'asilo, una manciata di passi. Imposto la definizione massima di pixel sul mio cuore, e scatto una foto: un giorno me ne servirò.