GIROMONDO

ISOLA DELLA GUADALUPE


 11/12/2011   Pointe-à-Pitre,  Guadalupe   La città.Il giorno dopo l’arrivo lo trascorriamo in barca a pulire la coperta.  Il clima è caldo e umido e naturalmente ci litighiamo il tubo dell’acqua dolce che serve a togliere il sale incrostato un po’ dappertutto, così ogni tanto ce ne spruzziamo un po’ addosso per  rinfrescarci. La lavatrice è in funzione dal giorno prima e la prua è piena di cime con stesi i panni lavati. Siamo in 5 e per 17 giorni !!!“La Marina”, così si chiama il porto turistico dove siamo ormeggiati è carina,  un villaggio alla periferia della città, luogo di ritrovo, molti bar, ristoranti, negozi e cantieri di nautica. Al bar-ristorante “Le Pirate” c’è il wi-fi e così tutti i giorni andiamo per scambiare e-mail con i familiari e sentire le ultime notizie sull’Italia. Lo spread arriva dunque fino in questi lontani luoghi e così pure la conferma delle nuove tasse sulle imbarcazioni!!Il giorno dopo, nonostante il caldo, mi reco in città, a piedi. Dista soltanto un chilometro e mezzo, si passa per strade desolate, con casine di legno che sono  diroccate e sembrano disabitate, nell’interno fra gli alberi se ne scorgono altre che sono abitate ma ancora più desolanti. Poi c’è la strada delle prostitute, donne di colore, nemmeno tanto giovani e grassocce che stanno sedute a chiacchierare lungo la strada e davanti alle solite case di legno che poi dietro, nelle vie traverse, diventano capanne con il tetto di lamiera e la strada in terra battuta.Quindi l’autostazione con studenti in divisa che aspettano il loro bus per tornare a casa ed infine la città.Trovo poi una grande piazza con giardini che guarda il mare, la pescheria e poi inoltrandosi fra le strade il mercato coperto e la strada principale. Negozi dappertutto ma di scarso interesse se non quelli che vendono il famoso tessuto di Madras, stoffe a quadrettoni molto vivaci, belle, e vestiti creoli con trine, come quelli di un tempo passato. Viene voglia di comprarne qualche metro ma poi non sapresti cosa farne, meglio desistere dalla tentazione. Molta gente che fa spesa, molti creoli ma anche francesi che sono rimasti nell’isola, venuti forse in cerca di fortuna ma a vederli non sembra che ne abbiano trovata tanta. Sicuramente il caldo ed sole!La città è abbastanza desolante, senza attrattive eccettuata qualche costruzione dei primi del novecento, comunque in cattive condizioni, “sgarrupate” direbbero a Napoli. Oltretutto i prezzi delle merci, cibo compreso, sono abbastanza alti, sembra di essere a Parigi!