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PANAMA CITY

Post n°80 pubblicato il 08 Marzo 2010 da lukyll

Panama City      Sabato 06 Marzo

 

Ormai visito Panama City da due giorni pieni e credo di aver visto  tutto ciò che è turisticamente interessante. Partirò Lunedì per raggiungere Chloè a Portobelo e domani non so ancora cosa andare a vedere.

 

L’hotel, dichiarato tre stelle ne vale qualcuna di meno ma in questa città è considerato, almeno da quanto mi ha detto l’autista del taxi, ottimo. Sarà ma nella doccia è rotto il rubinetto dell’acqua fredda, in compenso funziona quella calda che in realtà è fredda ma dato che qui è molto caldo anche l’acqua risulta calda. Insomma, ma che voglio, ho anche l’acqua calda! Ma la cosa più gradita e che funziona ininterrottamente da quando sono arrivato è il condizionatore d’aria! Senza di quello sarebbe stato un problema dormire con questo caldo, sempre sopra i 30° e tanta umidità. Testata del letto e cassettone con specchio in legno massello in stile barocco messicano laccato lucido. Televisore con qualche canale solo in spagnolo.

Ieri l’altro sono sbucate da una porta accanto all’ascensore due ragazze in bichini, bagnate, ho domandato loro se c’era una piscina ma non mi hanno capito. Non parlavano inglese! Erano in gita scolastica e la notte lo ha confermato! Alle 7,30 l’insegnante bussava alla porta per svegliare gli studenti. Bei tempi !! Poi il giorno dopo ho trovato la porta aperta e sono salito sopra dove c’è una piscina con terrazza e tavolini.

Hai visto come si tratta bene il Lani …. anche la piscina!

 

Il mangiare è decente e poco costoso. Ho mangiato solo pesce. Dice che panama vuol dire luogo dove si pesca molto. Facile:Atlantico da una parte, Pacifico dall’altra!

La città è sicuramente multietnica, sembra ci siano proprio tutti: gli Indios che sono nella nazione panamense ben 7 etnie, i Creoli discendenti da vecchie importazioni di africani da parte Spagnola, i Meticci derivanti dall’incrocio tra creoli e indios, i discendenti degli Spagnoli, i neri cioè gli africani importati per la costruzione del canale, i biondi derivano da operatori economici americani e poi, lavoratori indiani, mussulmani con tanto di moschea, i malesi, equipaggi di navi che sono rimasti qui, francesi di quando Panama era controllata da loro, altri europei sfuggiti alle persecuzioni di Hitler. Tutti sembra in buona armonia. Povertà a parte! Impariamo a convivere anche in Italia!

 

Oggi ho visitato Panama Viejo costruita nella seconda metà del ‘500. E’ rimasta la torre della chiesa e qualche rudere di case  conventi e chiese. Mi ha stupito il fatto che ci fossero diversi conventi di ordini differenti e mi è venuto in mente che attualmente nelle isole Fiji ci sono molte chiese cattoliche, dagli Avventisti del 7 giorno, alle Chiese  Evangeliche, ai Batisti, ai Testoni di Geova ecc. Tutti in cerca di proseliti e tutti presso popolazioni senza una radicata religione e cultura, pronti a carpire la loro fede e prenderne possesso. Mi vien da dire che non c’è niente di nuovo sotto il sole!

 

Ieri mattina ho visitato il Casco Viejo, un quartiere costruito su di una collinetta sul mare molto più difendibile, perché la vecchia Panama fu saccheggiata dal famoso pirata inglese Henry Morgan i cui uomini si dice cantassero entrando in città.” Sarà una notte calda stanotte nella vecchia città ….”. Dopo un secolo questa parte della città fu abbandonata.

Casco Viejo adesso è praticamente in ristrutturazione, già  alcuni palazzi sono sistemati ma sono moltissimi quelli diroccati ed in vendita. Diventerà turistica con bar e negozietti di artigianato … il solito centro storico che però non avrà una gran bellezza ma certamente sarà l’attrazione principale della città. Case  in stile spagnolo, basse e grandi, finestre ampie e cortile interno ma sono presenti anche delle case in stile Decò.

In questo quartiere si trova la sede del Presidente della Repubblica con  vari ministeri e uffici.

 

Poi c’è la parte moderna, del novecento e soprattutto dagli anni 50 fino agli anni 90.

E’ la zona centrale, del mio hotel, piena di grandi negozi dove poter acquistare vestiario, scarpe e mobili da pochi soldi. Lungo i marciapiedi ci sono baracchini che vendono frutta, fagioli neri, fiori, e mille cianfrusaglie che in Italia non esistono più. Dalle lamette da barba, agli spazzolini, alle sporte di plastica, caramelle, acqua fresca, mango sbucciato e affettato in sacchetti, sigarette. Ci sono lustrascarpe, orologiai all’aperto che lavorano, poco, su di un’asse con una montagna di vecchi pezzi di orologi dove sicuramente troverà il pezzo che servirà per riparare il tuo, e tanti banchini che vendono biglietti della lotteria. Credo che la povertà sia misurabile in maniera direttamente proporzionale al numero dei banchi di vendita di tali biglietti !

C’è molta delinquenza, anche il mio hotel ha un uomo della security armato di pistola davanti all’ingresso, come di fronte alle nostre banche,  per non parlare dei grandi magazzini. In uno ho visto, oltre a due o tre agenti armati con giubbotto antiproiettile all’ingresso anche un altro con un grosso fucile su di una terrazza interna in vista dell’entrata. Non è che la cosa mi lasci indifferente ma è il posto più vicino dove vendono i succhi di frutta freschi di frigo!

Venendo dall’aeroporto ho notato alcuni centri residenziali con un alto muro di cinta ed il filo spinato, per non parlare delle inferriate a porte e finestre. Deve essere come vivere in un chiusi in un fortino!

I poveri non hanno bisogno di queste impegnative spese per loro fortuna!

Anch’io non ho grossi problemi, viaggio solo con 50 $, la fotocopia del passaporto e la macchina fotografica piccola in tasca.  Mi deruberebbero  poco!

Le persone che transitano su queste strade sono abbastanza povere ma lo stesso dignitose e molto spesso ordinate e pulite nel vestire.

La strada è molto viva, traffico di auto e di persone, c’è allegria ed un grande fermento, i commessi che gridano per richiamare i clienti, gli ambulanti che non lasciano occasione per mostrare la convenienza della loro merce e così via. Se si aggiunge al rumore ed al vocio delle persone anche i profumi che si sentono, molto spesso poco attraenti, si percepisce nell’insieme una grande umanità che vive.

 

Davanti al mio hotel alla sera alle 8 si ferma un uomo che si siede sopra un secchio e sopra una scatola di frutta pone 4 pacchetti di sigarette di marche diverse e una manciata di caramelle. Sono stato qualche minuto a vedere cosa facesse e subito e’ arrivata una donna che ha comprato solo due sigarette. Sciolte! Poco dopo un’altra ne ha presa una. Non capivo ma poi ho collegato gli eventi con il fatto che davanti c’è l’ingresso laterale, molto frequentato, di un Casino’.  Il gioco è proprio una brutta malattia se riduce le parsone a comprare una o due sigarette per potersi giocare tutto, fino all’ultimo centesimo!

Ogni tanto si vedono degli indios vestiti nei loro coloratissimi costumi, ma solo le donne. Intanto sono piccolissime, tanto che la prima che mi è passata accanto pensavo fosse nana. Poi hanno le gambe stortine sotto il ginocchio ed il polpaccio ricoperto di fili colorati di piccole palline, tipo braccialetti. Vestono gonne dai colori sgargianti, una grande cintura in vita di stoffa con motivi geometrici tipo Maia, ed una leggera camicia anch’essa molto colorata. Il copricapo, come un tovagliolo, solo appoggiata in testa, rosso con disegni vari. Ma quello che più mi ha colpito e’ la faccia. Scura di carnagione, come il cioccolato al latte, occhi stretti e quasi a mandorla, naso adunco e con poco zigomo. Una faccia svasata. Gli uomini spesso con la mascella squadrata,  le orecchie a sventola e la faccia grande in confronto al corpo minuto..  Mi sembra di rivedere quelle maschere d’oro che usavano avvolgere alla faccia dei morti per ricordarne la fisionomia. Sono di etnia Kuna, vivono nella parte atlantica a sud di Colon e davanti hanno le loro meravigliose e famose isole San Blas. Le donne vestono sempre così mentre gli uomini, piccoli e mingherlini, vestono alla maniera occidentale.

Vogliono salvaguardare la loro cultura, sono molto indipendenti dal potere centrale, vivono di noci di cocco, pesca e turismo che ospitano solo quando è possibile, senza strafare. Le loro stoffe sono famose, con i loro disegni geometrici o di animali coloratissimi.

 

Per ultimo ho visitato il quartiere dei grattacieli. Costruiti si può dire negli ultimi dieci anni da americani ed europei. Ce ne sono molti, ma sembra senza un piano regolatore, con strade sconnesse e poco pulite. Adibiti principalmente ad abitazioni e qualcuno ad uffici e sedi di banche. Panama ne ha moltissime di tutto il mondo.

Si sa, questi paesi hanno scarse risorse e per attrarre capitali e investimenti fanno pagare pochissime tasse. E’ un paradiso fiscale, insomma! Molte sono le grandi barche italiane con bandiera Panamense. Basta una piccola società, la barca si fa intestare ad essa, per non far vedere al fisco quello che si possiede e poter evadere tranquillamente.

Ho visitato due grandi complessi commerciale, il primo il Multicentro Mall, dozzinale, e poi il Mall Multiplaza, più elegante, tutto marmi e vetri, c’è anche Ferragamo, Armani e quasi tutte le grandi firme,  bello e di classe. In questo caso le persone erano vestite bene, anzi, eleganti, distinte ed evidentemente danarose. Ho mangiato carpaccio di salmone al Sushi Itto, giapponese, buono veramente. Non mi sono azzardato ad ordinare piatti dai nomi esotici ……. andiamo sul sicuro!

 

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