Creato da lukyll il 19/08/2008
GIRO INTORNO AL MONDO IN BARCA A VELA
 

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« PASSAGGIO DEL CANALE DI PANAMACOCO - GALAPAGOS »

ISOLA DI COCO

Post n°85 pubblicato il 21 Marzo 2010 da lukyll

Sabato 20 Marzo  Isola di Coco

 

 

La domenica 14 ci rechiamo negli uffici doganali e del porto per le formalità relative alla partenza. Ci dicono che sono chiusi ma proviamo lo stesso: infatti sono aperti. Cesare ed io andiamo in Taxi al centro di Panama per ricaricare il bombolino per  l’aria che serve per ripescare ancora e catena nel caso che si impigli di nuovo e a cercare una pasticca che serve che permette il gonfi aggio automatico del salvagente nella malaugurata ipotesi che  chi lo indossa finisca in acqua. Giuseppe nel lavarlo lo ha attivato involontariamente. Tre ore perse a girare per la città ma non abbiamo risolto nemmeno uno dei problemi.

Lunedì Giuseppe si reca in un ufficio per l’espatrio e poi partenza per l’Isola di Coco dopo aver pranzato.

La navigazione è a vela, il pilota automatico funziona egregiamente risparmiandoci fatica, mentre i grattacieli di Panama diventano sempre più piccoli fino a svanire nella foschia del tramonto. Peschiamo un bel tonnetto ed un altro pesce dal nome sconosciuto. Verranno cucinati il giorno dopo con un poco di olio e appena rosolati. Il tonno buono e saporito mentre l’altro, dalla carne bianca sapeva di poco. Forse è per questo che il suo nome non è tanto conosciuto.

La notte è calda e in pozzetto si sta proprio bene, meglio che di giorno quando l’afa non ci fa respirare e sudiamo anche a stare fermi. Il cielo è limpido e mano a mano si riempie di stelle. Infinite. Si osserva nettamente la Via Lattea, l’Orsa maggiore ma non la stella polare che rimane bassissima sull’orizzonte e coperta dalla foschia. Rimango solo di guardia in pozzetto dalle 24 alle 2 e l’unico svago è ammirare questo firmamento che mi sovrasta.

Il giorno dopo proseguiamo nella rotta, vento sufficiente per farci camminare a 7-8 nodi. Ormai siamo fuori il golfo di Panama e non vediamo più le grosse navi che vi transitano, con nostro sommo piacere.

Mercoledì invece il tempo peggiora, si vedono diversi temporali già nella notte e al mattino inizia a piovere e smetterà solo alla sera tardi.  Acqua sopra, acqua sotto, non è un bel divertimento! Speriamo nel giorno dopo.

La notte si guasta il pilota automatico e dobbiamo stare continuamente al timone, speriamo di essere in grado di ripararlo da soli perché nelle prossime isole non troveremo nessuno per ripararlo. Meno male che il tempo migliora e stare fuori al timone è anche divertente, per un poco di tempo. La sera peschiamo un tonnetto che verrà sfilettato e fatto in carpaccio. Non si dirà che non è fresco!

Finalmente il 19 mattina siamo in vista dell’isola, con delle verdissime e ripide colline, ci avviciniamo nella baia più sicura dove è ormeggiata una grande barca con tanti sub. Infatti l’isola è famosa per gli squali martello che abbondano intorno, ed un’altra barca di polacchi che ci saluta via radio all’arrivo.  Incontreremo lo skipper e la sua donna nell’isola e parlando, appena ci dicono che sono polacchi, le chiedo se conoscono Natascia, una ragazza anch’essa polacca conosciuta alle Isole Cocos nell’oceano Indiano nel settembre del 2008 che veleggiava in solitario intorno al mondo con una barca di 10 metri tutta rossa.  E’ una loro amica e nella prossima e-mail che Le avrebbero inviato le avrebbero raccontato che un “ragazzo” italiano si ricordava di Lei. Ha concluso il giro intorno al mondo nel mese di maggio di quest’anno.  Quando si dice che il mondo è piccolo ….. !

Sembra che  questa sia anche la famosa isola del tesoro, dove i pirati andavano a nascondere i frutti delle loro scorribande. Ci dovrebbero essere nascosti  ben tre tesori e si sa che ci sono stati molti cercatori ma non si sa se li abbiano o meno trovati. Certe cose sono troppo personali …!  

Ancorati nella baia Chatham, nella spiaggetta solo una baracca con un guardiano ed un volontario per controllare il parco. L’isola, appartenente al Costarica, è un parco naturale  dove, ovviamente non possiamo pescare ed inquinare ecc. Notiamo nella collina un sentiero che dice porta nella baia Wafer che si trova nella parte opposta dell’isola a 2,5 ore di cammino. Tiriamo fuori le nostre macchine fotografiche e ci inoltriamo nella foresta. Mentre si sale  possiamo ammirare la baia nella sua interezza, il mare celeste appena mosso dalla grande onda lunga dell’oceano, le barche a dondolare mentre frotte di fregate, uccelli marini, si rincorrevano in cielo. L’isola, ci diceva il giovane volontario, ha un tipo di fringuello con tipiche caratteristiche, studiato anche da Darwin. A proposito mi sono comprato prima di partire il famoso libro dello scienziato “L’evoluzione della specie” che ho già cominciato a leggere e che spero di finire prima di arrivare alle Galapagos.

Altri animali che abitano l’isola, oltre a quelli autoctoni, sono il maiale selvatico ed il gatto selvatico portati qui dai pirati e dai bucanieri. Bucanieri deriva da fatto che questi uomini usavano cucinare il maiale in delle buche in terra dove accendevano un grande fuoco e poi vi ponevano l’animale ricoprendolo di terra.

La passeggiata è stata lunga e il sudore sparso tantissimo, meno male che Fabio ha avuto la brillante idea di portare dietro nello zaino due bottiglie di acqua fresca. Lo abbiamo spesso aiutato ad alleviare questo considerevole peso! La foresta è molto fitta e noi percorrevamo un sentiero mantenuto dalle guardie forestali. E’ meraviglioso come le piante crescano con tanta facilità e da tutte le parti, con il loro verde tenero, gli alberi alti le cui chiome si stagliano   nelle collina di fronte con rigogliosa eleganza. Per due volte abbiamo sentito maialini scappare al nostro passaggio mentre i piccoli fringuelli si facevano avvicinare per niente impauriti della nostra presenza. Siamo arrivati in vista dell’altra baia ma la vegetazione troppo fitta ci ha praticamente impedito di vederla. Torniamo in barca abbastanza cotti dalla stanchezza!

Stamani sono venute le guardie del parco e dovevamo pagare 25 $ a testa per giorno e noi volevamo visitare l’isola per due giorni. Ma qualcuno ha avuto l’idea di dire che noi avevamo la barca in riparazione a causa del pilota automatico guasto. Allora un giorno ce lo ha tolto ma non dovevamo scendere a terra e fare attività turistica alcuna. Infatti abbiamo passato quasi tutto il giorno a cercare di accomodare ciò che non funzionava: pilota automatico, verricello  che non girava, luci di via in testa d’albero non funzionanti, e così via. Non riesco a capire quante cose si possono rompere in pochi giorni e quanto tempo occorra per aggiustarle, quando si può !! Qualche mio amico mi dirà che sarò contento ad aver comprato anch’io la barca così potrò dilettarmi nel mio hobby preferito: il bricolage ! Anche se in verità l’ho comperata con la speranza di  fare vela!

Comunque dopo vari tentativi ed ipotesi si è ritenuto che il guasto fosse nella scheda, un componente bruciato. Per fortuna Giuseppe ne aveva uno di riserva, sostituito riscaldando il saldatore sulla fiamma del fornello e …. miracolo il pilota riprende a funzionare con il suo caratteristico rumore. L’equipaggio ha votato all’unanimità per conferire la laurea ad honorem in ingegneria elettronica a Giuseppe e a Cesare. Stasera doppia razione di rhum!

Per provare questo strumento abbiamo lasciato la baia e ci siamo diretti, circumnavigando l’isola verso la baia Wafer, l’onda è meno fastidiosa e soprattutto speriamo di connettersi ad internet. La costa dell’isola è molto ripida e verdissima, spesso si incontrano cascate d’acqua, alte e belle, soprattutto in quello scenario selvaggio e primordiale. Piccole isolette e grossi scogli, simili in piccolo ai faraglioni, si incontrano vicino alla costa fino a che si arriva alla baia Wafer, ben protetta da est.

Si richiede la password per poter connettersi ad internet ma tutti i tentativi vanno a vuoto. Domani riproveremo andando a terra con tanto di computer.

Intanto Giovanni prepara pasta con verza.

 
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Anonimo il 21/03/10 alle 18:56 via WEB
Ciao babbo, buon divertimento!!!
 
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