I NEED TO WRITE..

Ho voglia di rivedermi MATCH POINT


Una pallina da tennis viene lanciata da una parte all’altra del campo; a un certo punto, la pallina rimbalza sulla rete e rimane sospesa nell’aria: sarà solo il caso a decidere in quale metà del campo cadrà alla fine, decretando così le sorti della partita. In questo singolare incipit è riassunto il senso del nuovo, splendido film di Woody Allen, Match point, un autentico gioiello nella produzione del grande maestro (oltre che uno dei suoi lavori più insoliti). Innanzitutto, per la prima Allen ha scelto di giocare in trasferta: il film infatti non si svolge a New York, cornice indimenticabile di pellicole quali Io e Annie e Manhattan, bensì a Londra: la Londra raffinata e suggestiva dei quartieri alti, tra i palazzi della City e le gallerie d’arte, scenario malinconico e perfetto per questa storia che si ispira a Delitto e castigo e che prosegue il discorso già impostato con il precedente, magnifico Crimini e misfatti. In questo film Woody Allen ci racconta le vicende di Chris, un giovane insegnante di tennis che, un po’ per fortuna e un po’ grazie al suo naturale carisma, viene introdotto in una rispettabile famiglia dell’alta borghesia londinese e si fidanza con Chloe, la sorella del suo amico Tom. Il padre di Chloe procura a Chris un ottimo impiego e ne fa un uomo di successo: tutto procede per il meglio, fino a quando Chris non perde la testa per una conturbante attricetta americana, Nola, e inizia con lei una pericolosa relazione clandestina. Grazie all’abilissima regia, Woody Allen fa in modo che lo spettatore simpatizzi fin da subito con il protagonista, un giovane di umili origini che si muove in una società dominata dalle spietate regole del denaro, e che finisca inevitabilmente col parteggiare per lui, diventandone in un certo senso complice e confidente. Il risultato è un film amaro e crudele, che descrive con impietosa lucidità le debolezze umane, la necessità del delitto e l’assenza del castigo, in un mondo in cui non esiste una giustizia divina e nel quale il caso è l’unico arbitro in grado di decidere le sorti del nostro destino. Allontanandosi dal genere a lui più congeniale della commedia, Woody Allen ci ha regalato un altro dei suoi capolavori, un film spietato e bellissimo che ci appassionerà dall’inizio alla fine. Inquietante Ha colto nel segno.. Mi lascia davvero una strana angoscia.. La frase iniziale del film è il tema ricorrente dell'intera trama e il concetto è tanto semplice quanto terrorizzante se lo si analizza in profondità NON IMPORTA ESSERE BRILLANTI O TALENTUOSI , L'IMPORTANTE E' ESSERE FORTUNATI! L'impotenza del genere umano di fronte al destino , il principio secondo cui nulla è quello che sembra, si fondono in un'unica visone tremendamente drammatica della vita che lascia con l'amaro in bocca ma che in un certo qual modo ci fa riflettere! Mi ha lasciato davvero delle emozioni. Unica pecca è forse il ritmo della narrazione, un po' troppo lenta per i tempi di oggi. Questo è un film che vuole farci pensare..