STARNUTI

LA VIGILANZA CHE NON C'E'


 La vigilanza che non c’è Camminava per il lungo corridoio verso la sede della commissione. La sua valigetta pesava più del solito. Si sentiva veramente esausto. Non era convinto che sarebbe stata una buona idea prorogare ancora le sedute, anche se poi non sapeva se fidarsi o meno del comportamento dei suoi colleghi, e dei presidenti delle due camere del parlamento.Cosa avrebbe trovato, e soprattutto, chi? Già, un gruppo aveva deciso di non presentarsi alle riunioni, avevano preteso l’elezione di un altro candidato, espressione dell’opposizione, espressione del loro personale interesse, pensò.E io? Deputato dell’opposizione eletto dalla maggioranza per irresponsabili puntigli e giochi di potere poco condivisibili. Buon lavoro, mi fu detto dal loro capogruppo, in fondo io ero stato eletto legittimamente e dovevo continuare. Ma la politica a quanto sembra è l’arte del compromesso: la maggioranza e l’opposizione sono come due donne capricciose, volubili e inaffidabili. In questi giorni è apparso un nuovo personaggio sulla scena. Ecco un nuovo candidato “più presentabile” perché proposto da entrambi queste “indomabili” donnicciole. E io? Non conto niente, in fondo. Mi dissero che a volte bisogna capire quando arriva il momento di farsi da parte, ripetevano. Ma io non sono il pagliaccio di turno, l’ho detto pure al segretario nazionale del mio partito prima di essere scacciato come un appestato, ma lui niente, dovevo dimettermi. Dimettermi? Perché io? Dimettiti tu, brutto stronzo, dimettetevi voi, voi e i vostri giochi, voi che siete capaci di usare la gente per i vostri fini e poi buttarli nel cesso…Intanto si avvicinava alla porta di legno massiccio della commissione parlamentare. Arrivato lì davanti si trattenne un momento per riordinare le idee, cominciò a preoccuparsi non sentendo alcun rumore e immaginando che, con fredda calma, avrebbero sfoderato qualche oscura arma politica a lui ignota, almeno fino a quel momento.Si fece coraggio ed entrò, ormai pronto ad affrontare qualsiasi cosa, persino loro.Aprì la porta lentamente, e lo spettacolo che si presentò fu peggiore di quel che s’immaginava. Non c’era nessuno. “Ecco cos’è la politica”, disse ad alta voce: “niente”.Non se ne andò, preso dallo sconforto per tanta insolenza e arroganza, si avviò lentamente verso il suo posto e, guardando i posti vuoti dei suoi esimi “colleghi”, si sedette. Ora può succedere davvero di tutto, hanno deciso tutti quanti, di farmi fuori.