D'ORIA Opinioni

PRESCELTI


Alcuni prescelti, da tempo, si sono intronizzati, di modo e di fatto, in alcuni collegi sospinti anche dal “placet” unilaterale dei rispettivi sommi padrini. Così, forzati i tempi, sono partiti a razzo alla faccia di tutti, incuranti dei “morti” e dei “feriti” lasciati sul campo e dei danni possibili alla trattativa dei propri partiti. A sua volta, i restanti candidati, in queste ore, sono ancora impigliati nei giochetti di divisione, di suddivisione al millesimo, di equilibrismi esasperati e forse di colpi di scena eclatanti. Volenti o nolenti, con tentazioni di cambiar casacca, devono attendere le ultime sentenze monocratiche, accumulando, in tal modo, mortificanti, esiziali ritardi, il palese baratto di ammutolite volontà periferiche e magari lo sfratto senza appello. Uno spettacolo avvilente, che aggiunge profondi turbamenti al cittadino e che rischia di far apparire il mondo politico italiano un laboratorio di stregoni che fabbricano anarchia per spacciarla come nuovismo, targato Repubblica terza, la quale “che ci sia ognun lo dice e dove sia nessun lo sa”.