D'ORIA Opinioni

DEMOCRAZIA


Il termine democrazia suggerisce l’ idea che l’enunciato in questione sia effettivamente ben confermato da materiale di prova rilevante a disposizione; ma se il reperimento, il reclutamento, la selezione, la preparazione dei deputati e senatori e dei ministri si basano su regole estremamente duttili dettate dalla linea politica assolutista del capo di turno; se la prudenza diventa discernimento superficiale del quando e del come agire e fare e lasciar agire; se la disponibilità sui mezzi adeguati per una generosa collaborazione tra forze politiche alla crescita dell’uomo si lascia fuorviare da motivazioni meno chiare come simpatia e preferenze, ricerca di sé, vanità ed orgoglio, cura delle apparenze, passività e pregiudizio; se l’intuito, il tatto, il consiglio che sono indispensabili insieme con il richiamo a informazioni precise e fondate per una competenza tecnico-esecutiva, si traducono in temporeggiamenti, machiavellismi per rifuggire da impegni gravosi e compromettenti; se il costume vigente di moltissimi amministratori si basa sulla enorme confusione tra azioni virtuose e ladrocinio; se in ogni partito la politica si esercita a colpi di telefono senza confronto e dialettica interna; se l’informazione consiste di più a scoprire il privato di altri e sul quale giocano le identificazioni e i problemi di ciascuno; se tutto ciò sta accadendo, significa riconoscere che, nel suo ordine e grado di essere, la democrazia è malata. Lo Stato, rappresentato malamente, sta diventando una macchina per la oppressione che non esclude nessuno, secondo la quale c’è un solo modo per migliorare le cose, quello cioè della conquista di potere fine a se stesso. Non resta altro che sperare, essendone convinti, nelle nostre capacità a saper instaurare un rapporto fra persone di buona volontà che si serva della solidarietà, della collaborazione e della cooperazione. Una vita comunitaria di gruppo, con partecipazione consapevole alla vita sociale, per difenderci dai meccanismi prepotenti di altri, capendo che tutti i problemi politici sono anche problemi istituzionali che ci appartengono e che il progresso verso una maggiore uguaglianza può essere salvaguardato mediante il controllo istituzionale del potere.